Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
Home » Cultura

Dacia Maraini a TPI: “La gentilezza ci salverà”

Credits: Ulf Andersen - AURIMAGES/AFP

"La libertà non è brutalità, ma ascolto, rispetto e razionalità". Sul nuovo numero del settimanale The Post Internazionale - TPI, in edicola da venerdì 15 ottobre, l'intervista alla scrittrice, poetessa e saggista italiana

Di Anna Ditta
Pubblicato il 17 Ott. 2021 alle 12:40 Aggiornato il 4 Dic. 2021 alle 12:46

Dacia Maraini, scrittrice, poetessa e saggista, ha scelto la gentilezza come filo conduttore del suo nuovo libro (Una rivoluzione gentile, Rizzoli 2021), che raccoglie alcuni suoi scritti usciti sulla stampa negli ultimi anni. “Per me la gentilezza non è una formalità”, spiega la scrittrice a TPI, ma un modo di stare al mondo e di mettermi in relazione con gli altri. Un modo basato sul rispetto dei diritti civili, sulla fiducia nel prossimo, sul rispetto per le istituzioni, sull’uso di un linguaggio razionale, che usa le idee e non l’insulto e la denigrazione dell’avversario”.

La scrittrice interviene sul tema delle proteste e delle violenze dei no green pass e dell’attacco alla sede della Cgil a Roma. “Evidentemente il green pass c’entra poco con le violenze di piazza”, dice. “Il vaccino è diventato un pretesto per esprimere una rabbia sorda, di frustrazione e rancore sociale, coltivata da certi movimenti politici di estrema destra. Per tutti gli altri, quelli che sono andati in piazza, spinti solo da una paura tutta irrazionale, spesso insufflata da false notizie, vale lo spettro di un timore irragionevole nei riguardi di una minaccia che non sanno identificare ma che sentono incombere sulle loro vite. Sarebbe da analizzare questo timore, che risulta assurdo a chi crede nella ragione, direi addirittura incomprensibile”.

Maraini si dice inoltre “stupita e scandalizzata” per la condanna a 13 anni di carcere nei confronti di Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace. La scrittrice lo descrive come “Un uomo che ha affrontato con coraggio e generosità la grave e difficile questione dell’immigrazione non può essere trattato come un delinquente. Se ha sbagliato in qualche particolare”, dice, “non è stato per tornaconto ma per aiutare chi moriva in mare. Comunque sarà importante leggere la sentenza per capire le motivazioni”.

Per leggere l’intervista completa sul settimanale The Post Internazionale-TPI clicca  qui.
Leggi l'articolo originale su TPI.it
Mostra tutto
Exit mobile version