Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
Home » Cultura

Perché dei conigli particolarmente violenti compaiono in molti manoscritti medievali?

Di Stefano Mentana
Pubblicato il 8 Dic. 2017 alle 17:10 Aggiornato il 24 Feb. 2023 alle 17:36

I manoscritti medievali non rappresentano documenti molto importanti solo per la codicologia e la filologia, ma spesso rappresentano opere d’arte. Gli amanuensi, che con pazienza e dedizione trascrivevano a mano intere opere, spesso decoravano le lettere, i margini e gli spazi vuoti delle pagine.

Tra le numerose immagini decorative di ogni tipo, in questi manoscritti può capitare, talvolta, di imbattersi in conigli dediti a svolgere attività particolarmente violente. Alcuni che piantano lance sul corpo di uomini, altri che li scorticano, altri più grottescamente che combattono con lancia e scudo contro un gatto sul dorso di una lumaca.

Ecco, perché sono presenti immagini come queste?

Intanto, iniziamo raccontando in che modo veniva raffigurato il coniglio nel Medioevo. Questo animale era spesso ritratto come indifeso e pacifico, come avviene ancora oggi. Ma, sempre come oggi, era anche associato alla sessualità. Come molti animali pelosi, complice la sua proverbiale fertilità – dovuta al doversi accoppiare in fretta per evitare di essere preda di altri animali – esso veniva associato anche ai genitali femminili.

Pensiamo che oggi la parola spagnola coño identifica in modo non proprio signorile le parti intime femminili, e secondo alcuni essa deriva proprio dal termine di area franco-provenzale coneil, ovvero coniglio. Più probabile in realtà derivi dal latino cunnus (che significa la stessa cosa di cono) ma sicuramente l’analogia tra le due parole poteva dare origine a parecchi doppi sensi.

Nei manoscritti medievali, inoltre, sono presenti molto spesso immagini grottesche, che raffigurano ibridi tra diversi animali o situazioni in cui l’ordine delle cose viene palesemente sconvolto. Una serie di immagini che sono note con il termine drolerie, e che hanno l’obiettivo di suscitare ilarità nel chi vi si imbatte, in modo simile alle vignette o ai meme di oggi.

Queste immagini di conigli violenti o intenti a combattere assurde battaglie rientrano perfettamente nel genere delle drolerie. Ma in che modo esse avrebbero dovuto suscitare ilarità?

Spesso queste immagini rappresentano una sorta di vendetta del coniglio indifeso sul cacciatore. Questo animale che più di altri rappresenta l’essere pacifico e indifeso, e che richiama anche la sessualità, nel momento in cui si trasformava in un animale violento, che uccideva in maniera brutale e sofisticata uomini e animali da caccia, era un elemento di ilarità durante il medioevo.

Non solo: quando la vittima dei conigli assassini è riconoscibile, queste illustrazioni potevano essere un modo per rendere ancora più chiara la stupidità di un determinato personaggio, magari citato nel manoscritto.

Una specie di summa di questo umorismo tipico delle drolerie medievali si può vedere in un’illustrazione in cui un coniglio sulle spalle di una lumaca dal volto umano se la vede in un torneo medievale con scudi e lance contro un cane in groppa a un coniglio.

Oltre che i conigli, di cui abbiamo parlato, anche le lumache infatti erano spesso protagoniste di queste grottesche facezie medievali. Capita spesso di imbattersi in codici decorati con lumache che combattono tra loro o che vengono usate come cavalli da uomini. Anche qui si tratta di una visione del mondo all’incontrario, in cui la lumaca, animale lento per antonomasia, prende il posto di un animale come il cavallo, noto per la sua destrezza e la sua velocità.

Leggi l'articolo originale su TPI.it
Mostra tutto
Exit mobile version