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    Violenza sulle donne: per 2 ragazze su 3 scenate di gelosia dal fidanzato, una su 10 ha paura del partner

    Di Giovanni Macchi
    Pubblicato il 24 Nov. 2019 alle 19:58 Aggiornato il 24 Nov. 2019 alle 23:00

    Violenza sulle donne, per 2 ragazze su 3 scenate di gelosia dal fidanzato

    Quando si parla di violenza sulle donne non si fa riferimento solo a quella fisica: violenza è anche quella psicologica o verbale, come quella che sentono 2 ragazze su 3 che subiscono le scenate di gelosia da parte del fidanzato.

    A dirlo è un’indagine di Skuola.net e Osservatorio Nazionale Adolescenza – in collaborazione con il Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri – nell’ambito del progetto “Don’t slap me now”, 7.500 le ragazze tra i 14 e i 20 anni intervistate per delineare i contorni del fenomeno tra le giovani donne.

    Secondo l’indagine, 2 ragazze su 10 ritengono che il proprio fidanzato sia eccessivamente possessivo, il 66 per cento di loro hanno riferito di aver subito scenate di gelosia pesanti, per motivi futili, che in alcuni casi sono sfociate in violenza fisica.

    Se 2 su 3 hanno confessato di aver subito scenate di gelosia senza motivi validi, una su 10 ha ammesso di aver paura delle reazioni del proprio partner. Il progetto e i dati verranno presentati il 25 novembre, nella Giornata contro la violenza sulle donne, a Binario F, il Centro per le competenze digitali allestito da Facebook a Roma.

    Durante l’evento si indagherà a fondo il “morbo” della gelosia e della volontà di possesso, troppo spesso minimizzato e, invece, molto più articolato e complesso di quanto si creda. Quasi 2 ragazze su 10, tra quelle raggiunte dalla ricerca, ritengono che il proprio fidanzato sia eccessivamente geloso. Una condizione che, lasciata ‘lavorare’ sottotraccia, in poco tempo potrebbe sfociare in una vera e propria ossessione.

    Al 66 per cento delle ragazze è capitato almeno una volta di aver subito una scenata di gelosia, al 14 per cento è successo di essere stata addirittura offesa pesantemente e nel 38 per cento dei casi è successo di fronte ad altre persone. Con un’aggravante: il 50 per cento dichiara che lo sfogo è avvenuto per motivi giudicati banali o futili.

    Il dato più preoccupante è che, dalle parole ai fatti, il passo è breve. I casi di violenza fisica perpetrati dai partner sono molto limitati, per fortuna: si tratta comunque di 4 ragazze su cento, numeri che in questa fascia di età sono estremamente gravi.

    Tante, tantissime le ragazze che vivono nella paura: più di una su 10 dice di aver paura che il fidanzato, quando si arrabbia, possa andare oltre e usare violenza. Una paura questa che è già sintomo di una violenza, quella psicologica. Collegato a questo dato ce n’è un altro, secondo cui il 79 per cento delle ragazze intervistate si sarebbe limitata proprio per timore delle reazioni che avrebbe potuto avere il partner.

    Nonostante ciò, così come avviene tra gli adulti, pure le adolescenti tendono a soprassedere quando il fidanzato diventa violento. Questo perché  nella maggior parte dei casi il ragazzo si mostra pentito. Il 63 per cento delle ragazze, infatti, racconta che il fidanzato, dopo averle picchiate, ha chiesto scusa, ammettendo di aver esagerato e promettendo di non farlo mai più.

    Di solito le vittime, di fronte a questo tipo di atteggiamento, finiscono per cedere e credere al proprio fidanzato. 1 ragazza su 3, infatti, dopo aver subito violenza, dice di aver perdonato il partner, fidandosi delle sue parole. Il 75 per cento non ne ha fatto parola con nessuno.

    Ma non solo: la ricerca parla anche di un altro tipo di violenza, quello “digitale”, che si manifesta attraverso un’ossessione verso smartphone, social network e chat del partner. Al 68 per cento delle giovani intervistate è capitato almeno una volta che il ragazzo pretendesse di leggere le sue conversazioni su WhatsApp, al 37 per cento di dare l’accesso ai propri profili social, il 13 per cento è stata costretta a cancellare alcuni amici dai social network.

    Si chiama cyber-violenza e corre sui social network, ma non ha niente da invidiare alle altre forme di violenza.

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