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    “Legati, presi a calci e ricattati”: i verbali shock sul caso dei lavoratori di Grafica Veneta

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 28 Lug. 2021 alle 15:25

    Minacce, soprusi e violenze ai danni di almeno otto pakistani che lavoravano per Grafica Veneta. Un sistema di coercizione che puniva i lavoratori che osavano ribellarsi alle condizioni di lavoro imposte dall’azienda leader nella stampa di libri e pubblicazioni: questo è quanto emerso dalla indagini condotte dai carabinieri di Cittadella (Padova) nell’operazione che ha sgominato un’organizzazione di pakistani che sfruttava lavoratori connazionali. L’indagine ha portato in carcere nove pakistani e ai domiciliari due dirigenti di Grafica Veneta. I due dirigenti, secondo la Procura di Padova, sarebbero stati a conoscenza della presunta situazione di illegalità e dei presunti metodi violenti usati dall’organizzazione per soggiogare e intimidire i lavoratori.

    Il Fatto Quotidiano ha pubblicato i verbali riempiti da otto cittadini pakistani, Nalain, Mudassar Muhammad, Shahzaib, Hafiz Mohammad, Iftikhar Ahamad e Asad. Nei verbali ci sono i racconti dei lavoratori più volte picchiati e minacciati. Una spedizione punitiva risale al 25 maggio 2020 in una casa di Trebaseleghe dove erano ospitati. Arshad Badar, a capo della società che reclutava gli operai per conto di Grafica Veneta, aveva preso in affitto un appartamento con sette locali pagando 800 euro al mese, ma si faceva dare dai 120 ai 150 euro da ognuno dei lavoratori. Considerando che in certi periodi venivano stipate anche 20 persone, è evidente che guadagnava già dalle pigioni, oltre che dalle trattenute sulla busta paga o grazie al pagamento solo di una parte delle ore di lavoro effettuate dai reclutati.

    Un verbale tra tutti, quello di Muhammad, sottoscritto il giorno dopo il pestaggio, vittima anche della rapina del cellulare e di documenti, oltre che di sequestro di persona. Riconosce alcuni dei suoi aggressori, ora arrestati.Un vero sequestro. “Subito venivo legato mani e piedi con delle cinture, corde e lacci. Iniziavano a picchiarmi con calci, pugni e tirandomi alcuni oggetti addosso. Capivo che anche gli altri due avevano subito il mio stesso trattamento. Dopo avermi immobilizzato e picchiato mi sottraevano il telefono cellulare…”

    C’è anche la testimonianza di Hamas: “Badar ordinava agli altri di legarmi e di portarmi in casa. Una volta legato con le braccia dietro la schiena, mi portavano dentro dove in due mi picchiavano violentemente con calci ed anche con una scarpa procurandomi un trauma cranico e policontusioni. Ora che ricordo, Arshad Badar mi ha stretto a lungo il collo con le sue mani fin quasi a soffocarmi”.

    Grafica Veneta ha preso atto “con rammarico e sorpresa delle notizie uscite oggi sulle agenzie di stampa in ordine al suo coinvolgimento nella inchiesta denominata Pakarta”. In una nota il presidente del gruppo, Fabio Franceschi, afferma: “Si ritiene di evidenziare che la società che gestiva l’appalto è interessata di altri analoghi appalti non solo in Veneto ma anche in altre Regioni del Nord Italia, infatti le prestazioni di BM in favore di Grafica Veneta rappresentano una modestissima parte del totale.

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