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    Vaiolo delle scimmie, l’allerta dell’Oms: “Casi destinati ad aumentare”. 190 contagi nel Regno Unito

    Di Giovanni Macchi
    Pubblicato il 31 Mag. 2022 alle 18:13

    Se i casi di Covid sono destinati a scomparire nella stagione estiva, parallelamente potrebbero aumentare quelli di vaiolo delle scimmie. A lanciare l’allerta è Hans Kluge, direttore regionale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per l’Europa. “Ogni giorno sono presenti nuovi pazienti, ma le indagini sui casi passati mostrano che l’epidemia nella regione era certamente in corso già a metà aprile”, ha spiegato Kluge, secondo cui “la trasmissione rapida” e più ampia del virus “si è verificata nel contesto della recente revoca delle restrizioni pandemiche su viaggi ed eventi internazionali”. “Il potenziale di ulteriore trasmissione in Europa e altrove durante l’estate è elevato”, ha proseguito. “Nei prossimi mesi molte delle decine di festival e grandi feste in programma forniranno ulteriori contesti in cui potrebbe verificarsi un’amplificazione del contagio”, avverte in una dichiarazione l’Oms. “I forti sistemi diagnostici e di sorveglianza in diversi Paesi europei, insieme ai rapidi meccanismi di condivisione transfrontaliera delle informazioni, devono essere lodati per il fatto che l’epidemia viene alla luce”, chiarisce Kluge.

    Intanto nel Regno Unito, uno dei primi Paesi a identificare i focolai dell’infezione (endemica finora solo in alcune zone dell’Africa) i contagi da vaiolo delle scimmie hanno raggiunto quota 190, come comunicato dall’Agenzia per la sicurezza sanitaria britannica (Ukhsa), specificando che 183 infezioni sono state verificate ad oggi in Inghilterra (dove vive oltre l’80 per cento della popolazione del Paese e nelle ultime 24 ore censite sono emersi altri 11 casi), 4 in Scozia, 2 in Irlanda del Nord, una in Galles. Le autorità sanitarie e il governo del Regno hanno di conseguenza elevato negli ultimi giorni la soglia di attenzione sul fenomeno, pur rimanendo cauti sul potenziale di diffusione di questi contagi, sulla bassa pericolosità del vaiolo delle scimmie e sull’efficacia dei vaccini contro il vaiolo già esistenti: a differenza del Covid, il virus è infatti già conosciuto dalle autorità sanitarie di tutto il mondo.

     

     

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