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    Università, anche il virologo Massimo Galli tra gli indagati per associazione a delinquere

    Di Antonio Scali
    Pubblicato il 5 Ott. 2021 alle 12:59 Aggiornato il 5 Ott. 2021 alle 13:04

    C’è anche il virologo Massimo Galli, già primario del reparto di Malattie infettive all’Ospedale Sacco di Milano – professore ordinario presso il dipartimento di Scienze biomediche dell’università Statale di Milano e da mesi volto noto della tv per le sue frequenti ospitate in epoca pandemia – tra gli indagati dalla Procura di Milano per associazione a delinquere, turbativa d’asta, falso in atto pubblico.

    L’inchiesta della Procura riguarda presunte iscrizioni e nomine irregolari per un episodio di turbativa e falso ideologico. Da questa mattina sono in corso perquisizioni e acquisizioni di documenti da parte dei carabinieri del Nas di Milano nell’ambito di una inchiesta ordinata dal pm Luigi Furno e dall’aggiunto Eugenio Fusco nei confronti di 33 persone, tra cui 24 docenti delle università del capoluogo lombardo, Pavia, Torino, Roma e Palermo su irregolarità nella gestione delle iscrizioni a numero chiuso delle facoltà di Medicina e assunzione di docenti e anche di assistenti e dirigenti ospedalieri.

    La maxi-indagine sulla nuova concorsopoli lombarda riguarda decine di bandi che sarebbero stati truccati per l’assegnazione di titoli di professore o ricercatore prevalentemente presso la Statale di Milano, l’università Bicocca e lo stesso ospedale Sacco. Secondo il decreto firmato dalla Procura di Milano, “la situazione che emerge dall’analisi delle conversazioni intercettate è a dir poco sconcertante”. Fin dall’inizio dell’inchiesta “gran parte dei concorsi banditi sono stati oggetto di condotte di addomesticamento. Trattasi di collusioni e altri metodi di turbativa che hanno inquinato sistematicamente la regolarità delle procedure di selezione in esame, sostituendo logiche clientelari al metodo meritocratico e al principio di imparzialità, che dovrebbero orientare le scelte dell’amministrazione pubblica per espresso dettato costituzionale”. Si tratta di ipotesi di reato, secondo l’accusa, per la maggior parte avvenute durante il periodo del primo lockdown del marzo 2020. Tra gli indagati importanti cariche direttive della Società italiana per le Malattie infettive e tropicali (Simit) che in questo ultimo anno e mezzo ha segnato la rotta per la ricerca sul Covid.

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