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    Roma, muore turista tedesca di 25 anni. Il compagno: “Al centralino del 118 nessuno parlava inglese”

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 4 Apr. 2022 alle 12:18

    Il 20 gennaio la turista tedesca Janna Gommelt ha perso la vita a pochi metri dal mare di Focene, ad appena 25 anni. Stava per prendere un traghetto per Barcellona insieme al fidanzato mentre viaggiavano in Europa per celebrare la libertà ritrovata dopo la pandemia. Sono passati 74 giorni dalla tragedia, ma la reale causa del decesso e i problemi burocratici impediscono alle autorità italiane di chiudere il caso sulla morte della giovane ragazza e, non ultimo, di restituire le spoglie alla sua famiglia.

    In quella giornata assolata di gennaio, Janna si trovava in Italia con il fidanzato Michael Douglas, irlandese di 34 anni. Secondo quanto riporta La Repubblica, erano partiti all’inizio di novembre da Weismain, città natale di lei a nord della Baviera, per girare l’Europa in camper. “A un certo punto si è chinata per raccogliere qualcosa,” spiega lui, “ed è svenuta. Non ho esitato un attimo a chiamare i soccorsi. Se fossero arrivati prima sarebbe ancora viva.”

    Mentre chiama il 118 però, Douglas riporta di aver avuto problema di comunicazione con gli operatori. “Mi hanno messo subito in attesa per trovare un operatore in grado di parlare inglese, dicendomi di tenere il gps acceso in modo che l’ambulanza ci trovasse” spiega Douglas a La Repubblica. Ma i soccorsi tardano ad arrivare e passeranno 48 minuti prima dell’arrivo dell’ambulanza, fatali per la ragazza.

    Douglas, in evidente stato di shock, intravede finalmente gli uomini in tuta arancione fermi a qualche isolati di distanza, e inizia a suonare furiosamente il clacson. Forse si erano persi, fatto sta che una volta caricata la ragazza sull’ambulanza passano ancora 15 minuti prima che parta in direzione dell’ospedale Grassi di Ostia. Dopo aver capito che era morta, il fidanzato racconta di essere stato interrogato per sei ore dai Carabinieri “con Google Translate” senza poter parlare con un infermiere per sapere cosa fosse successo.

    A 70 giorni dalla morte le cause del decesso non sono state chiarite e la salma della ragazza si trova ancora all’obitorio comunale del Verano. Secondo il suo avvocato, “non è mai successa una situazione del genere. Hanno addirittura sbagliato il nome sul certificato.” Dopo l’autopsia, svolta il 26 gennaio, a metà febbraio è stata autorizzata la cremazione, prevista per domani. Manca tuttavia ancora un passaggio fondamentale per mettere fine a questa macabra e triste vicenda, la relazione del medico legale. Che spieghi finalmente le cause del decesso.

     

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