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    Truffe sui risarcimenti agli invalidi: sequestrati 40 milioni di euro al “re degli indennizzi”

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 12 Gen. 2023 alle 14:00 Aggiornato il 13 Gen. 2023 alle 17:45

    Truffe sui risarcimenti agli invalidi: sequestrati 40 milioni di euro al “re degli indennizzi”

    Avrebbe trattenuto fino al 70 percento dei risarcimenti ottenuti dai grandi invalidi da lui assistiti. Per questo i giudici di Milano hanno ordinato il sequestro di 30 milioni di euro al consulente romano Raffaele Gerbi, 56 anni, considerato “re degli indennizzi”. Il gip Cristian Mariani ha anche chiesto il sequestro di 12 milioni di euro alle società a lui riconducibili e ad altri indagati nell’inchiesta della procura di Milano sulla presunta truffa ai danni dei suoi clienti. Il caso riguarda almeno 20 maxi transazioni con le assicurazioni effettuate negli ultimi tre anni.

    Gerbi, fondatore di un noto studio di consulenza e mediazione, è accusato di aver sfruttato la “condizione di minorata difesa per le lesioni psicofisiche gravissime” per trattenere quote cospicue dei risarcimenti dovuti ai clienti.

    La truffa, secondo la procura, passava per i “patti per quota lite” tramite cui prometteva assumersi tutti gli oneri e le spese, trattenendo in cambio tutto o gran parte del risarcimento che eccedeva una soglia prestabilita. Gerbi avrebbe però prospettato ai suoi assistiti risarcimenti di importo esageratamente basso, quando in realtà la stima corretta sarebbe stata fino a dieci volte superiore. Secondo la difesa, le proposte erano invece migliori rispetto a quelle prospettate da precedenti avvocati.

    La rettifica

    Riceviamo e integriamo l’articolo con la dichiarazione pervenuta da parte del dott. Gerbi.

    “Massimo rispetto per l’attività giudiziaria in corso. Vorrei sottolineare come tutte le somme erogate dalle compagnie assicurative ai miei assistiti fossero congrue rispetto ai danni da questi effettivamente patiti, così come riscontrato dagli stessi consulenti nominati della procura di Milano.

    Non deve essere sottaciuto che i precedenti professionisti avevano previsto importi di risarcimento del danno in favore degli infortunati inferiori di circa 10 volte rispetto a quanto da me ottenuto.

    In relazione ai rapporti tra lo studio ed i danneggiati questi sono stati sempre cristallini e puntualmente contrattualizzati. Tutti i miei assistiti erano consapevoli degli importi corrisposti ai professionisti che li hanno patrocinati. La sottoscrizione dei patti di quota lite è ovviamente precedente rispetto alla valutazione medico legale del danno, avvenuto l’accertamento della entità del danno gli stessi hanno sempre avuto contezza degli importi liquidati, peraltro accreditati sui loro conti correnti.

    È talmente evidente la mia estraneità ai fatti contestati che verrà certamente dimostrata dai miei avvocati”.

    Raffaele Gerbi, Ad Gerbi S.p.a

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