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    Trieste, adescava minorenni sui social e le spingeva all’anoressia: “Non più di 500 calorie al giorno”

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 20 Giu. 2022 alle 10:58 Aggiornato il 20 Giu. 2022 alle 10:59

    Induceva le ragazze all’anoressia e le pagava per ricevere materiale pedopornografico. È questa l’accusa della Polizia Postale di Trieste verso un libero professionista 40enne che, fingendosi medico specialista pur non avendo conseguito nessun titolo, adescava e manipolava ragazze adolescenti sui social. L’operazione, denomianta “Free Angels” e coordinata dal Centro Nazionale di coordinamento alla pedopornografia online (Cncpo) del Servizio polizia postale e delle comunicazioni di Roma, è nata dalla segnalazione di una quindicenne ricoverata da mesi presso il reparto di pediatria di un ospedale della regione, per disturbi del comportamento alimentare e patologie conseguenti ad atti anticonservativi. Grazie alla denuncia della ragazza, gli inquirenti sono risaliti al profilo di una persona che sui social si faceva chiamare “coach pro Ana” e impartiva consigli per il dimagrimento di dubbia natura scientifica. L’uomo, residente in centro Italia, era già stato condannato per pornografia minorile. Le vittime sarebbero state decine.

    Tra i consigli del coach c’erano quelli di non assumere più di 500 calorie giornaliere, bere molta acqua per lenire il senso di fame e farsi docce gelate per stimolare l’organismo a un maggiore dispendio energetico. Suggerimenti che nella ragazza ricoverata avevano quasi provocato lo svenimento. Secondo l’accusa l’uomo la incoraggiava a farsi tagli all’insaputa dei genitori e a documentare le riprese delle lesioni e del corpo in dimagrimento. Attraverso tecniche di acquisizione di digital forensics gli agenti hanno recuperato parte delle chat e dei contenuti multimediali inviati dalla vittima all’uomo, il quale non si limitava a richiedere immagini che dimostrassero il dimagrimento, ma anche filmati di natura pedopornografica in cambio di denaro o regali, tra cui capi d’abbigliamento intimi da ritirare in note catene di abbigliamento per i più giovani.

    Le risultanze investigative messe al vaglio del sostituto procuratore della Repubblica di Trieste, titolare delle indagini, ha portato all’emissione di un decreto di perquisizione che la Polizia Postale del Friuli Venezia Giulia ha eseguito il 9 giugno scorso. “Durante la perquisizione informatica, durata oltre dieci ore, sui dispositivi dell’indagato sono state rinvenute alcune chat di interesse investigativo. Su un nuovo profilo social aperto solo due giorni prima l’uomo aveva già agganciato otto ragazze per indurle a pratiche pericolose di dimagrimento alcune delle quali gli avevano inviato messaggi autoeliminanti e fotografie anche durante l’attività di perquisizione”, fanno sapere gli investigatori.

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