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    Lettera a TPI: “La tragedia degli ultimi”

    Di Redazione TPI
    Pubblicato il 20 Feb. 2022 alle 16:05 Aggiornato il 21 Feb. 2022 alle 09:59

    Lettera di un lettore di TPI alla redazione:

    Cosa significa, oggi, essere di sinistra? Essere progressisti, quindi “progredire” in direzione di qualcosa di diverso da quello che avevamo prima, oppure “ergersi a paladini degli ultimi”? Il PD, vale a dire l’entità attraverso la quale ci hanno indotto a credere fosse quella giusta per perseguire percorsi del genere, in realtà, non ha niente a che fare, né con la voglia di cambiare le cose, né tantomeno con la difesa e la tutela delle classi più deboli.

    Dopo tanti anni, la classe operaia e i poveri hanno capito che PDS e Democrazia Cristiana non poteva essere la loro casa mentre coloro che avevano a cuore “La Conservazione” dei loro mediocri o importanti privilegi, hanno trovato, nell’invenzione Veltroniania, lo strumento ideale per proseguire la propria vita senza scossoni, così come era iniziata fino alla sua fine naturale.

    Il PD è il vero “Centro”, la vera causa del perchè in Italia la sinistra non esiste più. La gente lo sa, i poveri, gli operai, i diseredati lo sanno ma gli intellettuali, i giornalisti, i politici emergenti ancora insistono nel cercare di farci credere che la sinistra è lì, dove non c’è più niente, nemmeno un frammento che possa ricondurre ad un passato di sinistra.

    Gli Ultimi di tutta Italia hanno così abboccato anche alle lusinghe di quella Lega che un tempo li illudeva di difenderli da altri disgraziati provenienti, prima dal meridione d’Italia, poi, insieme ai meridionali, da quelli oltre confine ma solo oggi, mostra il suo vero volto con Giorgetti braccio destro destro del “Nonno degli Italiani” e Salvini in veste di paladino difensore contro la carcerazione preventiva dei suoi amatissimi colletti bianchi e, ironia della sorte, inevitabilmente assieme ai ladri, agli scippatori, agli spacciatori, agli stalkeri ai quali voleva buttare la chiave.

    Gli Ultimi non hanno più nessuno a cui rivolgersi. Ma in tutta questa ipocrisia, malafede, strumentalizzazione e veri furti di consensi, qualcosa di nuovo, qualcuno, aveva provato a tirarla fuori. Una serie di regole basate sul buon senso, attraverso una rivoluzione, forse con qualche parolaccia di troppo ma completamente avulsa da qualsiasi forma di violenza.

    Una somma di regole condivisibili in perfetta sintesi con l’equilibrio e il rispetto delle libertà altrui. Coloro che le hanno inventate e promosse sono morti e gli altri non sono stati all’altezza del compito ereditato. Un compito molto difficile, sulle spalle di personaggi umanamente troppo normali per non cedere alle lusinghe del potere, dei soldi, del benessere acquisito. Tentazioni amplificate dalle alleanze, dai cavalli di Troia di tutto il panorama politico unito, da un estremo all’altro, per la distruzione del più grosso pericolo che attentava al marcio in cui viveva e godeva.

    Non riesco ad immaginare il futuro del nostro Paese, mi auguro ci sia ancora qualcuno in giro che smentisca l’inquietante teoria che in democrazia ognuno ha quello che si merita e avrei voglia di ribellarmi a questa spietata realtà che mi consegna in mano a questi mostri dell’attuale politica, vorrei trovare un appiglio, almeno un’illusione che possa farmi sperare ancora in un piccolo riscatto della dignità di un Paese che non merita questo.

    Maurizio Contigiani

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