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    Tim, per Vivendi l’offerta di Kkr è “insufficiente”. L’ad Gubitosi rischia la poltrona

    Credit: Ansa foto
    Di Sofia Gadici
    Pubblicato il 22 Nov. 2021 alle 14:03

    La manifestazione d’interesse del fondo di investimenti statunitense Kkr per l’acquisto di Tim ha portato il titolo a +30% in borsa. Per il primo azionista di Telecom Italia, Vivendi, “l’offerta di Kkr è totalmente insufficiente”. Inoltre, “il prezzo offerto dal fondo americano rispecchia la cattiva performance di Telecom Italia” e quindi, in sostanza, una cattiva gestione da parte dell’ad Luigi Gubitosi.

    Giovedì al Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) si terrà l’audizione del ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, e sarà valutata attentamente l’offerta. L’interesse di Kkr è stato salutato dal Governo come “una notizia positiva per il Paese”.

    Le reazioni

    Sulla vicenda è intervenuta anche la politica. Matteo Salvini ha affermato che “su Tim occorre evitare lo spezzatino” e che occorre anche procedere con un cambio dei vertici dell’azienda. “Servono un partner e un piano industriale – ha detto il leader della Lega – che valorizzino e rafforzino l’azienda, non un’operazione finanziaria che rischia di portare allo spezzatino di una realtà così importante per il Paese. Inoltre, visti i non brillanti risultati degli ultimi mesi, il cambio ai vertici auspicato da più parti pare non più rinviabile”.

    “Il disastro delle privatizzazioni all’italiana – ha affermato il responsabile nazionale economia di Sinistra Italiana Giovanni Paglia – è sul punto di concludersi con la nostra unica azienda di telecomunicazioni in mano a un fondo Usa. Il governo italiano può evitarlo esercitando il Golden Power e scegliendo la via della nazionalizzazione, almeno delle reti”. Sul piatto c’è l’interesse nazionale e, per Paglia, “dovrebbe capirlo persino il governo Draghi e la sua maggioranza”.

    Attenzione e cautela

    Anche Elio Vito, deputato di Forza Italia e membro del Copasir, sottolinea gli interessi nazionali in ballo.  “È evidente – ha detto in un’intervista a Formiche.net – che in questa vicenda sono in ballo grossi interessi nazionali, non solo economici. Sul rinnovato intervento di fondi americani non avrei particolari perplessità, perché siamo già adeguatamente tutelati dalle nostre normative interne, come quella del Golden power. Mentre più complessi possono essere i profili che riguardano potenziali conflitti di interesse e tra settori contigui di azionisti italiani ed europei, pure su questi aspetti comunque ci sono le nostre competenti autorità a vigilare”.

    “Nel pieno rispetto delle regole di mercato non si può trascurare il fatto che all’interno di Tim c’è la rete di telecomunicazione strategica per il Paese”, ha ricordato il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri. “C’è da augurarsi – ha aggiunto – che ogni scelta venga valutata con grande attenzione. Del resto l’instabilità di Tim, con passaggi di proprietà molteplici nel corso degli anni, ha indebolito l’Italia in un settore strategico”. Poi il senatore ha aggiunto: “Il mercato è il mercato e va rispettato, ma strutture fondamentali per il futuro del Paese, soprattutto in una fase di transizione tecnologica accelerata dalla drammatica vicenda della pandemia, impongono una massima cautela. Su questo tema ci si dovrà confrontare non solo nell’ambito del governo ma anche nell’ambito parlamentare

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