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    Tifosa del Bari mostra il “lato b” allo stadio: rischia una multa per “atti osceni in luogo pubblico”

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 4 Ott. 2022 alle 12:26 Aggiornato il 4 Ott. 2022 alle 12:30

    Potrebbe configurarsi l’illecito di “atti osceni in luogo pubblico” per la 21enne barese che in occasione della partita tra Bari e Brescia si è spogliata sugli spalti dello stadio San Nicola postando le foto del suo lato b scoperto sui social: la Questura sta indagando per risalire all’identità della donna e acquisire tutti i dettagli prima della formulazione di eventuali accuse. La giovane non è nuova a gesti esibizionisti simili: già lo scorso 3 settembre in occasione di un match pareggiato dai biancorossi contro la Spal aveva mostrato il suo fondoschiena ai follower e ai presenti. La 21enne ha affermato in un’intervista a BariViva di lavorare come creatrice di contenuti per adulti su OnlyFans, piattaforma grazie alla quale riesce a guadagnare tra i 4 e i 5mila dollari al mese: di lei si sa che si è diplomata al liceo Scacchi di Bari e che sta studiando per laurearsi in comunicazione digitale all’università di Urbino.

    “Sono una sex worker – ha spiegato – il mio profilo Instagram è improntato sul mio aspetto fisico. Volevo una foto allo stadio a tema con i miei social, e dal momento che lo stadio tutto rifatto è veramente bello, ho chiesto a chi era venuto insieme a me al San Nicola di farmi una foto da postare. Non immaginavo, però, che sarebbe finita così in giro”. La ragazza ha inoltre rivelato di produrre da sé i suoi contenuti: “Non sono pagata da produzioni pornografiche, ma faccio tutto da sola: registro, edito e gestisco i social. Non mi reputo una pornostar, non sono famosa e non sono promossa da case di produzione pornografiche; sono una lavoratrice indipendente del settore sessuale”. Ha detto di aver compiuto il suo gesto anche “per combattere il maschilismo” e “per incentivare la parità dei sessi, equiparando il corpo di un uomo nudo a quello di una donna”. In caso la sua infrazione venga accertata da un tribunale, rischia una sanzione amministrativa che potrebbe ammontare a diverse migliaia di euro.

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