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    Tamponi italiani agli Usa, replica dell’azienda di Brescia: “Nessun test tolto ai lombardi o agli italiani”

    A Bologna 1 test ogni 5 minuti con i tamponi drive-thru in automobile, in maniera sicura e rapida, 18 marzo 2020. ANSA/USL BOLOGNA

    "Nessuna operazione in sordina": il chiarimento in una nota firmata dall'amministratore delegato di Copan Group Stefania Triva

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 20 Mar. 2020 alle 10:36

    Tamponi italiani agli Usa, replica dell’azienda di Brescia: “Nessun test tolto ai lombardi o agli italiani”

    L’azienda di Brescia leader mondiale nella produzione dei tamponi per individuare il Coronavirus, Copan Group, ha confermato di aver effettuato una spedizione di 500mila tamponi italiani per Covid-19 verso gli Usa lo scorso 16 marzo. Il gruppo, tuttavia, ha voluto precisare che l’operazione non si è svolta “in sordina” e “con totale noncuranza della (presunta) carenza di tamponi nel nostro paese”, come lasciato intendere dall’articolo pubblicato su Repubblica. Nella serata di ieri, TPI aveva già riportato le parole dell’assessore alla Salute lombardo Giulio Gallera, il quale aveva confermato che la Regione Lombardia non ha necessità di ulteriori tamponi per il Coronavirus rispetto a quanti già acquistati da Copan.

    L’azienda ha accolto con “stupore” e “vivo rammarico” la ricostruzione dell’articolo di Repubblica, come si legge nella nota firmata dall’amministratore delegato Stefania Triva. “Copan Italia è un’azienda bresciana, ed è il principale produttore al mondo di sistemi di prelievo e conservazione per la microbiologia”, si legge nella nota. “Da anni serviamo il mondo intero con i nostri dispositivi e, in questa fase di pandemia globale, stiamo lavorando incessantemente per fornire i famosi “tamponi”, in Italia e ovunque servano.  Va chiarito che il tampone è solo il dispositivo di prelievo del campione; altre aziende nel mondo si occupano di produrre e commercializzare i test diagnostici a cui i tamponi sono sottoposti in laboratorio”.

    “Nelle ultime settimane abbiamo consegnato agli ospedali italiani oltre 1 milione di tamponi; dall’inizio dell’epidemia, ad oggi, 19 marzo 2020, in Italia sono stati effettuati circa 200mila test. È evidente che in Italia i tamponi non scarseggiano, tanto che non sono soggetti ad alcuna restrizione all’export, diversamente da altri articoli per uso medicale”, prosegue Triva.

    “Copan da decenni esporta negli Stati Uniti mediante distributori, che servono sia il settore pubblico sia il privato. A causa della scarsità di aerei-merci e dell’acuirsi della crisi Coronavirus, il governo Usa ha recentemente organizzato un ponte aereo con un cargo militare per trasportare urgentemente i nostri tamponi. Altre spedizioni sono state programmate nella stessa modalità, anche perché la quantità inviata non è certo “impressionante” rispetto alla popolazione e soprattutto al numero di test che possono essere effettuati settimanalmente nei laboratori Nordamericani”.

    “Non c’è stata nessuna operazione in sordina, la merce è stata regolarmente sdoganata e ceduta a prezzo di mercato, Copan non ha venduto ad alcun governo. E, soprattutto, nessun tampone è stato tolto ai bresciani, ai lombardi, agli Italiani o agli Europei”, aggiunge l’amministratore delegato, che aggiunge: “L’articolo di Repubblica contiene una serie di inesattezze ed allusioni e sta arrecando un grave danno all’immagine di Copan: basta dare un’occhiata alle reazioni di sdegno suscitate dallo stesso sui social media a poche ore dalla pubblicazione. Per avere risposta ai tanti interrogativi sollevati sarebbe bastato consultarci. Il contraddittorio avrebbe anche consentito di comprendere quanto il ritratto a tinte fosche che emerge dalla lettura dell’articolo sia distante dall’etica che contraddistingue il nostro gruppo di persone che, con sacrifici enormi, sta dando il suo contributo alla corretta diagnosi del Covid-19, ovunque nel mondo”.

    Proprio ieri, contattata da TPI alcune ore prima dell’uscita dell’articolo di Repubblica, Copan aveva inviato una nota in cui si legge: “Abbiamo aumentato la produzione da 5 giorni e 2 turni alla produzione 24/7. Chiediamo ai nostri clienti e distributori di razionalizzare i loro ordini in modo da poter massimizzare la produttività.Il blocco ordinato dalle autorità italiane è una misura estrema intesa a contenere la propagazione del virus ed è principalmente rivolta alle persone. Non influisce sulle imprese o sull’importazione e esportazione di merci”.

    “Copan sta attualmente fabbricando i suoi prodotti 24 ore su 24 – continua la nota – 7 giorni su 7 e ha implementato una serie di precauzioni per proteggere i propri lavoratori e mantenere la produzione in funzione. Insieme ai nostri fornitori, stiamo collaborando con le autorità regionali e nazionali italiane per preservare le attuali condizioni di produzione al fine di servire il mondo con i nostri prodotti, anche nel caso in cui vengano applicate restrizioni più pesanti in Italia”.

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