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    Napoli, si è suicidato il prof accusato di abusi su allieve minorenni

    Di Donato De Sena
    Pubblicato il 15 Giu. 2019 alle 18:27 Aggiornato il 15 Giu. 2019 alle 19:36

    Suicidio prof Napoli | Era accusato di abusi su allieve minorenni

    SUICIDIO PROF NAPOLI – Con un colpo di pistola si è suicidato il professore del liceo di Napoli Giambattista Vico che si trovava agli arresti domiciliari con l’accusa di aver avuto rapporti con due studentesse minorenni. A quanto pare il docente deteneva regolarmente l’arma con cui si è tolto la vita. Il docente insegnava matematica ed era stimato a scuola sia dai colleghi che dalla preside.

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    Il prof accusato di abusi, Vincenzo Auricchio, aveva 53 anni. Era agli arresti domiciliari nella sua residenza in un comune dell’hinterland partenopeo, a Quarto. Sul posto è giunto il pm di turno Gennaro Damiano. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, l’uomo si sarebbe tolto la vita poco dopo le 14 con un colpo d’arma da fuoco dritto al petto. La rivoltella risulta legalmente detenuta. La notizia si è diffusa sui social suscitando sgomento tra gli ex allievi del professore. A poche ore dal gesto estremo, nessun commento dal legale che aveva preso le difese del prof, l’avvocato Fulvio Prestieri. Il docente si era difeso dalle accuse negando tutto, sostenendo di non avere mandato i messaggi nelle chat partiti dal suo account e diretti ad una delle ragazze, all’epoca dei fatti 15enni.

    La denuncia all’insegnante sarebbe partita dal padre di una delle due studentesse, dopo aver scoperto sul cellulare della figlia messaggi, chat, a chiaro sfondo sessuale scambiati tra la ragazza e il docente. Il prof si era difeso affermando di non avere mai inviato quei messaggi e negando le due relazioni.

    Suicidio prof Napoli | Le reazioni sui social

    Tra chi conosceva il professore sono state forti sui social le reazioni, con dolore e rabbia, alla notizia del suicidio. Il pensiero tra i messaggi pubblicati va alla vittima ma c’è anche chi sottolinea il momento difficile che stanno vivendo le giovani coinvolte nella vicenda. C’è chi parla di “gogna mediatica dei giornalisti”. “Quanto possono far male le parole. Io – si legge in un commento – ho avuto l’onore ed il piacere di conoscerlo, una persona straordinaria e amorevole, un professore a cui piaceva insegnare e faceva amare la sua materia. La stampa ha cominciato a ricamarci in modo incredibile”.

    In un altro messaggio invece viene spiegato: “Qualche mese fa venni a conoscenza delle voci che hanno portato nel giro di pochi giorni al suo arresto e al suicidio. Era un uomo timido, appassionato dal suo mestiere, che amava trasmettere. Chi lo ha conosciuto, intimamente sperava che fosse scagionato da quelle accuse infamanti”. Una testimonianza riferisce di lui “affrettarsi nei corridoi coi suoi mucchi di fotocopie infilati tra i volumi di analisi. Avrei dovuto urlare contro la infamia orrenda che da mesi ha reso la sua vita impossibile”.

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