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    Gli studenti di Bologna: “La nostra battaglia al fianco degli insegnanti di domani”

    Di Maura Pili
    Pubblicato il 30 Gen. 2024 alle 13:34 Aggiornato il 30 Gen. 2024 alle 13:35

    Martedì 30 gennaio è stato organizzato a Bologna durante il Consiglio d’Amministrazione un presidio in cui erano presenti tutte le forze della maggioranza del consiglio studentesco (Link Bologna, Sinistra Universitaria – Primavera degli Studenti, Rete degli Universitari – UDU Bologna, UDU Forlì, Scienze Indipendenti, ADI Bologna). Il presidio era volto a chiedere un abbassamento dei costi per chi vuole intraprendere il percorso universitario e accademico di formazione iniziale dei docenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado all’Università di Bologna.

    Studenti e studentesse hanno lavorato negli organi approvando una mozione del Consiglio degli studenti che chiedeva di rivedere l’impianto di tassazione del percorso formazione insegnanti, di considerare formule di rimborso economico su base ISEE; di lavorare in stretto raccordo con ER.GO per gli alloggi per chi accede al percorso; di organizzare appelli di laurea straordinari a beneficio per chi accede al percorso di formazione insegnanti durante il proseguimento della laurea.

    Questa mozione è stata però bocciata in Sede di Senato Accademico, e così per la prima volta negli ultimi 10 anni, tutte le forze della maggioranza si sono riunite in presidio contro i provvedimenti dell’Ateneo. Dalle ore 9 in Via Zamboni, si susseguono interventi contro la riforma Bianchi e i decreti attuativi del Governo Meloni, testimonianze, difficoltà e riflessioni sull’impatto che queste scelte avranno nel mondo dell’insegnamento. I cori come “Insegnare non è un privilegio, Unibo non fare uno sfregio” gridati sotto le mura del Rettorato mettono pressione all’Università. Grazie alla protesta e al lavoro svolto dai rappresentanti degli studenti dentro il CDA, si è arrivati ad una mediazione: sarà prevista una rata uguale per tutti e tutte a 1200 euro per i 60 CFU e 950 per i 30 CFU, e una seconda rata pari al 50% del totale, calcolata su base ISEE. Ma i massimali non hanno subito variazioni (2400 euro per 60 CFU e 1900 per 30 CFU). E’ stata inoltre approvata l’esenzione per studenti e studentesse con disabilità.

    Commenta Maura Pili, Segretaria di Sinistra Universitaria: “Come associazione studentesca siamo contenti che gli sforzi e la voce di studenti e studentesse siano stati tenuti in considerazione, ma purtroppo non ci possiamo ritenere soddisfatti e soddisfatte. La mediazione a cui si è arrivati, è sicuramente frutto di un compromesso, ma stabilire una progressività su base ISEE soltanto sul 50% del totale, non basta per agevolare chi desidera intraprendere il percorso. Noi, avevamo proposto almeno il 60%, ma il Senato accademico non ha approvato la proposta, era logico che in CDA non si potesse riproporre tale percentuale. Abbiamo parlato con molti studenti e studentesse al presidio e siamo tutti preoccupati: la riforma come è stata scritta e coi suoi decreti attuativi è proprio controcorrente rispetto al mondo dell’insegnamento per cui ci battiamo. Speriamo che gli altri atenei d’Italia si impegnino a rendere i costi il più possibile accessibili per studenti e studentesse, e continueremo a spenderci per questa battaglia”.

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