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    Strage della stazione di Bologna, l’ex Nar Ciavardini: “Noi vittime collaterali”

    Luigi Ciavardini, condannato per l'attentato del 2 agosto 1980, durante una pausa del processo Cavallini a Bologna, 9 maggio 2018. ANSA/GIORGIO BENVENUTI

    Ciavardini, ex membro dei Gruppi Armati Rivoluzionari, è stato condannato in via definitiva insieme a Giusva Fioravanti e Francesca Mambro

    Di Marta Facchini
    Pubblicato il 2 Ago. 2019 alle 10:57 Aggiornato il 17 Ago. 2019 alle 19:03

    Strage Bologna, Ciavardini: “Non soffrirono solo i morti”

    Sono passati trentanove anni da quel 2 agosto 1980, quando una bomba esplode nella stazione di Bologna. È la strage più grave del secondo dopoguerra: provoca 85 morti e oltre 200 feriti. Alla vigilia dell’anniversario, l’ex membro dei Nar Luigi Ciavardini ha scritto su Facebook di considerarsi una delle vittime della strage.

    “Ancora un anno di polemiche e di dichiarazioni ma la Verità interessa a pochi, forse a nessuno. A chi interessa che oltre le ‘VITTIME’ di quel giorno (per le quali Tutti abbiamo il massimo rispetto), disgrazie e sofferenze parallele hanno toccato altre persone come le morti collaterali delle bombe intelligenti? Troppe cose non sono come dovrebbero essere e questo per mantenere equilibri, dove noi serviamo solo per fare contrappeso”, ha affermato l’ex  appartenente ai Gruppi Armati Rivoluzionari, condannato in via definitiva insieme a Giusva Fioravanti e Francesca Mambro.

    “Ancora un anno di speranza con un barlume di fiducia in cui cerchiamo la forza per capire quante incertezze e quante falsità, pur di non ammettere che c’è stato un errore. A Noi è stato chiesto di ammettere quanto abbiamo sbagliato e cosa, ognuno lo ha fatto a modo suo”, ha continuato Ciavardini.

    “Anche quest’anno tutti daranno la loro versione e nessuno alla fine sarà scontento. Ci diranno che verrà costituita una Commissione per scoprire qualcosa che da anni a quanto sembra già si sa, per poi arrivare a conclusioni che altre simili aggregazioni hanno nascosto, o addirittura non votato perché….chissà? Ogni volta che un personaggio importante che ha vissuto quella stagione decide di ammettere che qualcosa non è come ci hanno voluto far credere, la consapevolezza di quegli scenari non gli permette, alla fine, di prescindere dalla Ragion di Stato. Ogni volta che qualcuno dice che la verità potrebbe essere diversa c’è chi si affretta a sentenziare che difendere gente come noi è contro ogni morale”, ha concluso.

    Oggi, mentre si sta celebrando la 30esima commemorazione della strage, Paolo Bolognesi, uno degli avvocati dell’Associazione familiari delle vittime, ha affermato: “La verità sui mandanti deve essere appannaggio di tutte le istituzioni e della nazione, è un passo avanti per la democrazia. Dobbiamo pensare al futuro, a cosa lasciamo: ci sono ancora buchi neri in giro, cerchiamo di riempirne qualcuno per andare avanti”.

    Il corteo in ricordo della strage è stato aperto dall’autobus numero 37. La manifestazione, partita dal Comune, come tutti gli anni raggiungerà il piazzale della stazione per i discorsi ufficiali e il minuto di silenzio. L’autobus 37 è uno dei simboli della strage: era stato utilizzato per trasportare i cadaveri in obitorio.

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