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    Costringono la sorella 15enne a prostituirsi per sfamare la famiglia in Romania: condannate

    Di Redazione TPI
    Pubblicato il 2 Dic. 2022 alle 12:33 Aggiornato il 2 Dic. 2022 alle 12:33

    All’età di 15 anni veniva forzata a incontrare in media cinque uomini al giorno in una casa di appuntamenti sulla Casilina, a Roma: “prostituzione minorile” è l’accusa rivolta alle sue sorelle, di 30 e 35 anni, che hanno portato la ragazzina in Italia nel 2016 e l’hanno costretta ad avere rapporti sessuali a pagamento. Le due donne sono state condannate dal Tribunale di Roma a 7 e 6 anni di reclusione, mentre i clienti sono stati tutti assolti.

    La 15enne era stata affidata dai genitori alle sorelle, che vivono in Italia, con la promessa che l’avrebbero fatta lavorare come babysitter per mantenere la famiglia, che abita in Romania: arrivata in Italia, però, la ragazzina si è subito resa conto del fatto che non avrebbe accudito bambini per guadagnare. La sorella 30enne la accoglie nella sua casa in affitto e le scatta delle fotografie intime oscurandole il viso. Le posta poi su diversi siti di incontri per adulti, le sequestra i documenti e le consegna un cellulare che le sarebbe servito per ricevere le telefonate dei clienti. In un secondo momento arriva nell’abitazione la sorella maggiore, anche lei nel giro della prostituzione. Quest’ultima faceva da “supervisore” del lavoro della 15enne, controllando che consegnasse tutti i soldi degli appuntamenti e che i pagamenti fossero regolari.

    Capitava a volte che la sorella maggiore si nascondesse in bagno per controllare che tutto filasse liscio, o – quando era impegnata – chiedeva che il cellulare fosse acceso e in chiamata così da poter sentire che il rapporto venisse completato e, soprattutto, che avvenisse il pagamento. I poliziotti sono riusciti a risalire agli abusi tramite indagini sul campo e online, effettuando un blitz nell’appartamento il 6 maggio del 2016: si erano finti potenziali clienti e le due sorelle avevano abboccato. Quando sono intervenuti, nella casa c’era anche la madre, che era all’oscuro del trattamento riservato alla figlia più piccola.

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