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    Perquisite le case di Sgarbi, sequestrato il quadro attribuito a Manetti. Il sottosegretario: “L’ho consegnato spontaneamente”

    Di Antonio Scali
    Pubblicato il 12 Gen. 2024 alle 18:12 Aggiornato il 12 Gen. 2024 alle 20:47

    Il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi è indagato a Macerata per auto riciclaggio di opera d’arte. Per questo i carabinieri del nucleo tutela patrimonio hanno perquisito tre abitazioni del noto critico d’arte, e hanno sottoposto a sequestro probatorio il quadro attribuito a Rutilio Manetti, “La Cattura di San Pietro”.

    L’opera del ‘600 sarebbe stata rubata in un castello in Piemonte nel 2013, affidata a un restauratore per riparare i danni e modificarla per renderla irriconoscibile. Infine esposta nel 2021 ad una mostra come oggetto di proprietà del critico d’arte, che sostiene di averla rinvenuta in una villa comparata nel viterbese anni prima. Il sequestro è un atto dovuto per compiere tutti gli accertamenti sul quadro. La tela ha un valore stimato di diverse centinaia di migliaia di euro. I carabinieri hanno prelevato anche dispositivi informatici e documenti.

    Sgarbi respinge ogni accusa e ha detto che ha consegnato spontaneamente il dipinto: “Ho consegnato spontaneamente l’opera perché siano fatte tutte le verifiche del caso, a partire dalle misure del dipinto rispetto alla cornice di quello rubato. Sono assolutamente sereno. Il sequestro un atto dovuto. Non ho nulla da temere. Mi difenderò con ogni mezzo con chi specula sulla vicenda e chi se ne rende complice”.

    Il noto personaggio, spesso ospite dei talk televisivi, dopo aver ricevuto l’avviso di garanzia, si era difeso con una foto su Facebook nella quale si mostrava seduto su una sedia in un museo, scalzo con accanto un paio di scarpe: “Vogliono farmi le scarpe? Eccole!”. “Il quadro originale è il mio, l’altro era una copia mal fatta. Io trovai il vero Manetti nella villa di Viterbo che stavo restaurando e che apparteneva alla cognata di Papa Innocenzo X. Perché mai avrei dovuto esporre un falso?”, è la versione del sottosegretario. Il dipinto in possesso di Sgarbi presenta una fontana, che secondo l’accusa sarebbe stata disegnata da un falsario, non identificato, sulla tela ritenuta originale dagli inquirenti.

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