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    È uscito il nuovo numero del settimanale di The Post Internazionale. Da oggi potete acquistare la copia digitale

    Il nuovo numero del settimanale The Post Internazionale è disponibile già da ora nella versione digitale sulla nostra App e da domani, venerdì 22 marzo, in tutte le edicole

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 21 Mar. 2024 alle 17:00

    È uscito il nuovo numero del settimanale The Post InternazionaleIl magazine, disponibile già da ora nella versione digitale sulla nostra App, e da domani, venerdì 22 marzo, in tutte le edicole, propone ogni settimana inchieste e approfondimenti sugli affari e il potere in Italia, storie inedite e reportage dal mondo, e grande spazio alla cultura con alcuni tra i più importanti intellettuali italiani.

    In questo numero cerchiamo di analizzare il vuoto di potere nel Medio Oriente. La guerra a Gaza ha sfatato alcuni grandi miti. La causa palestinese non è morta. La vicinanza tra Israele e le monarchie arabe non può controbilanciare l’influenza dell’Iran. E gli affari non portano la pace. Ma ha anche mostrato che la regione non ha più uno sceriffo.

    E ancora, cosa ne sarà di Israele dopo Netanyahu? Ha fondato la propria carriera sull’opposizione a un accordo con i palestinesi. Puntando tutto sulla sicurezza. Ma il 7 ottobre ha segnato il suo destino politico. Eppure le sue posizioni estreme guadagnano consensi. È il lascito con cui Tel Aviv dovrà fare i conti.

    In un approfondimento, poi, spieghiamo perché la soluzione dei due Stati è un’illusione. È la soluzione prospettata da quasi 100 anni alla questione palestinese. Ma non è mai stata attuata. Il premier di Israele è apertamente contrario. Eppure per Usa, Onu e Ue è l’unica possibile. Il massacro di Gaza però potrebbe archiviarla per sempre. Ecco perché.

    Le dimensioni del massacro a Gaza non giustificano più la legittima difesa di Israele da Hamas. Nemmeno per i suoi alleati. Senza piani di pace né obiettivi chiari, non si sa dove voglia arrivare Netanyahu. Ma per il suo oltranzismo rischiamo nuove ondate di violenza. Ecco il paradosso della repressione.

    “La politica dello struzzo voluta dagli Usa è incapace di fare i conti con il mondo multipolare. Per contrastare la Russia e la Cina, rinunciamo ai principi base della nostra civiltà”. L’ex ambasciatrice in Belgio e Svezia Elena Basile spiega a TPI perché una visione “etica” delle guerre in Ucraina e a Gaza porta “verso un paternalismo autoritario”.

    La Nato da anni combatte in Ucraina. Gli Usa hanno sospeso gli aiuti a Kiev per lo stallo al Congresso, l’Ue invece si prepara a fornire sempre più armi. E discute persino se schierare i suoi militari. Eppure un centinaio di soldati dell’Alleanza opera nel Paese sin dall’inizio dell’invasione russa.

    La causa contro lo Stato italiano per inazione climatica si è chiusa con un nulla di fatto. Il Tribunale di Roma si è dichiarato privo di giurisdizione senza neanche entrare nel merito. Parla Marica Di Pierri, portavoce dell’associazione A Sud, co-promotrice dell’azione legale: “Queste politiche di retroguardia ci porteranno al collasso”.

    Questo e molto altro nel nuovo numero del settimanale The Post Internazionale in edicola da domani e disponibile già da ora nella versione digitale.
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