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    È uscito il nuovo numero del settimanale di The Post Internazionale. Da oggi potete acquistare la copia digitale

    Il nuovo numero del settimanale The Post Internazionale è disponibile già da ora nella versione digitale sulla nostra App e da domani, venerdì 8 dicembre, in tutte le edicole

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 7 Dic. 2023 alle 17:00

    È uscito il nuovo numero del settimanale The Post InternazionaleIl magazine, disponibile già da ora nella versione digitale sulla nostra App, e da domani, venerdì 8 dicembre, in tutte le edicole, propone ogni settimana inchieste e approfondimenti sugli affari e il potere in Italia, storie inedite e reportage dal mondo, e grande spazio alla cultura con alcuni tra i più importanti intellettuali italiani.

    La nostra cover story è dedicata alla fine della diplomazia. Corsa al riarmo, terrorismo, tecnologie intelligenti e minacce ibride. Dall’Ucraina fino al Medio Oriente, il disordine globale ha stravolto i rapporti internazionali. Alimentando vecchie e nuove guerre. Così prevale la legge del più forte.

    “Con un maggior impegno per il compromesso, forse si sarebbero potute evitare le guerre odierne. Gli accordi di Minsk? Non furono inutili. Ma sono stati un successo della diplomazia europea”. Francesco Bascone, ex ambasciatore dell’Italia in Serbia, a Cipro e presso l’Osce, spiega a TPI perché l’era dei negoziati non è ancora finita.

    “La breve tregua a Gaza mostra che si può negoziare anche con Hamas. Sotto banco si è sempre fatto. Ma l’Ue è subalterna agli Usa. Sulla Palestina come sull’Ucraina”. Elena Basile, ex ambasciatrice in Belgio e Svezia, spiega a TPI come rilanciare il ruolo della diplomazia.

    E ancora: “Bisogna ripartire da ‘due popoli e due Stati’. Da una parte, ritirare le colonie dai territori occupati. E dall’altra decidersi tra terrorismo e convivenza. Qui da noi però le opposte tifoserie confondono solo le idee”. Il direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, commenta a TPI la guerra delle parole scoppiata con il conflitto a Gaza.

    Inoltre, un reportage sulla quella che viene definita la “guerra delle salme“. Spesso Israele non restituisce i corpi dei palestinesi uccisi. Prima del 2000, a questi cadaveri venivano persino asportati gli organi. Soprattutto la pelle. Per Tel Aviv, tale pratica non avviene più. Ma le famiglie delle vittime e un’ong locale sospettano non sia mai finita.

    Negli anni ‘70 militava nell’area femminista. Oggi è un’ultraconservatrice cattolica. Che demonizza l’aborto e critica il corteo contro la violenza sulle donne. Ritratto semiserio di Eugenia Roccella.

    “Se Intesa Sanpaolo è così attiva nel distribuire fondi al sociale, è anche perché le fondazioni azioniste sono disposte a rinunciare ai dividendi pur di migliorare la vita delle comunità”. Prima parte di un lungo colloquio con Giuseppe Guzzetti, storico ex presidente della Fondazione Cariplo.

    Infine, un approfondimento sulla sconfitta di Roma per la corsa a Expo 2030. La candidatura di Roma era priva di una strategia e di un’identità. Per questo Riad ha stravinto e Busan ci ha superato. Ma il k.o. certifica anche la debolezza politica dell’Italia. Scaricata persino dai suoi alleati europei.

    Questo e molto altro nel nuovo numero del settimanale The Post Internazionale in edicola da domani e disponibile già da ora nella versione digitale.
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