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    Da Luciana Castellina a Elio Germeno: la serata-manifesto di Santoro in difesa della pace col j’accuse alla Nato

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 3 Mag. 2022 alle 13:26

    “È una guerra per interposta persona, gli ucraini combattono, ma chi si sta fronteggiando sono gli Stati Uniti e la Russia”, Michele Santoro ha presentato l’evento “Pace proibita” tenutosi ieri, lunedì 2 maggio, al teatro Ghione di Roma. La manifestazione ha visto la partecipazione di numerose personalità del mondo della cultura e dello spettacolo, che hanno discusso della guerra in Ucraina, chiedendo di fermare l’invio di armi a Kiev.

    “Occorre invertire la rotta per evitare la sofferenza”, sottolinea nel suo monologo l’attore e regista Elio Germano. Ci sono poi i rischi nel sostenere la resistenza di Kiev, quelli di una terza guerra mondiale e di un conflitto nucleare. Basterebbe poco per evitarli, secondo la politica e scrittrice Luciana Castellina, che auspica un passo indietro degli Usa o una spaccatura della Nato. E insinua: “Forse gli Usa, essendo lontani, si salvano, ma per noi europei è diverso”. Dunque che fare? “Un negoziato”. Stop alle armi e largo alla diplomazia. Quello che proprio Putin non vuole. Non potevano poi mancare grafici dettagliati su quanto sta costando all’Occidente la guerra, della crisi alimentare ed energetica.

    “Per ora la guerra sembra uno spettacolo tv, invece è un pericolo sempre piu forte. Se entrano in campo le forze della Nato, si va a uno scontro mondiale, che può diventare nucleare. Non c’è guerra senza bombe e senza morti”. Luciana Castellina, intellettuale comunista e più volte parlamentare, parla dal palco affollato fino all’ultimo posto.

    Bisogna impedire che la guerra continui, argomenta Castellina, “anche la bomba su Hiroshima venne tirata sui civili, in una guerra che era giusta. Bisogna fare un negoziato”. Sul palco si susseguono Ascanio Celestini, Sabina Guzzanti, Moni Ovadia, ad artisti come Fiorella Mannoia, intellettuali come Tomaso Montanari e giornalisti come Marco Tarquinio, direttore di Avvenire.

    “Il pericolo più grande è la guerra”, sottolineano Santoro e i suoi ospiti, in un evento che hanno organizzato “per opporsi alla deriva verso il pensiero unico e la resa dell’intelligenza” e trasmesso in diretta social.

    “La guerra – ha evidenziato la consigliera torinese Sara Diena – non è per le risorse energetiche, ma legata a doppio filo alla nostra dipendenza dal petrolio e dal gas russo. Occorre emanciparci da questa dipendenza nociva. Gli armamenti aggiungono guerra ad altra guerra”. Per Sabina Guzzanti è poi tutta colpa dell’informazione guerrafondaia, del mainstream, mentre gli italiani non vogliono inviare armi all’Ucraina. “Il gioco è truccato”, assicura.

    Sul tema della propaganda è intervenuta Sabina Guzzanti: “In tv ce lo ripetono sempre che è una guerra di propaganda, se si solleva problema si risponde sempre che non è vero che c’è un pensiero unico perché in tutti i nostri programmi c’è sempre quello contro la guerra, che è una cosa verissima. Il motivo di questa apparente contraddizione per cui convivono sia il pensiero unico sia ognuno può dire la sua è squisitamente drammaturgico, l’informazione è sempre più simile alla fiction. C’è uno sceneggiatore, è questo il punto di critica: è vero che tutte le posizioni sono rappresentate ma la censura che oggi si chiama linea editoriale impedisce che i programmi siano rappresentati da sceneggiatori che pretendano di esercitare a pieno i propri diritti costituzionali”

    In tema di complotti, tra l’altro, le polemiche sono iniziate con il caso denunciato da Santoro che ha lamentato di non aver trovato spazio sulla Rai e neppure su La7, ripiegando su Byoblu. “Una polemica assolutamente insensata al solo fine di danneggiare un evento che ha già riscosso una attenzione molto superiore alle nostre aspettative”, ha risposto Santoro.

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