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    Selvaggia Lucarelli e l’allattamento: “Se non ve la sentite e volete andare dal parrucchiere, va bene così”

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 25 Gen. 2023 alle 10:56

    Selvaggia Lucarelli e l’allattamento: “Se non ve la sentite e volete andare dal parrucchiere, va bene così”

    “Va bene qualsiasi cosa vi aiuti anche a trovare il tempo per il parrucchiere, se vi va”. Selvaggia Lucarelli interviene nelle polemiche sull’allattamento e in un post difende la possibilità per le donne di scegliere se usare o meno il latte artificiale.

    “Riassunto della mia esperienza dell’allattamento: il bambino prende poco latte. Il bambino è pigro. Il bambino ha poca fame. Così le diminuisce il latte. Integri con il tiralatte. Se lui non si sveglia la notte lo svegli lei almeno per una poppata. Dopo 20 giorni circa così ho comprato il latte artificiale. Non ho più svegliato il bambino di notte per la poppata (ero fortunata perché non si svegliava mai prima delle 7/8) e tanti saluti, senza mai mezzo ripensamento”, ha scritto la giornalista su Instagram, pubblicando una foto del figlio Leon, che ormai ha 18 anni.

    “Leon è venuto su sano, con un ottimo sistema immunitario e quando è cresciuto ha dato pure dell’omofobo razzista a Salvini. Insomma, è venuto su una meraviglia”, ha aggiunto. “Tutto questo per dire: se non ve la sentite di allattare per qualunque motivo, va bene così. Va bene qualsiasi cosa vi aiuti anche a trovare il tempo per il parrucchiere, se vi va”.

    Nelle storie, Selvaggia aveva anche detto la sua sul caso del neonato morto all’ospedale Pertini di Roma, esprimendo solidarietà “a tutte le donne lasciate sole”. “Io ho avuto un travaglio di un giorno e mezzo, poi finito inevitabilmente con un cesareo. Sfinente sì, ma ero in una prestigiosa clinica, in una stanza privata con un letto accanto in cui dormiva il mio ex marito, ho avuto qualche aiuto da genitori, ex suoceri e altri mi sono potuta permettere di non lavorare per un anno. La mia solidarietà a tutte le donne lasciate sole ma certo se il discorso è questo non posso parlare a nome loro perché “io so”. Posso abbracciarle”

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