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    Quanto ‘guadagna’ la Sea Watch: i numeri su donazioni, spese e costi (che smentiscono le bufale)

    Di Donato De Sena
    Pubblicato il 27 Giu. 2019 alle 16:03 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 02:33

    Sea Watch Quanto guadagna | Donazioni | Spese | Costi | Sea Watch 3

    SEA WATCH – Ma quanto “guadagna” Sea Watch, la ong tedesca che sta salvando migranti nel Mediterraneo ed è protagonista di uno scontro con il ministro dell’Interno Matteo Salvini dirigendosi verso Lampedusa? È una domanda frequente in questi giorni. I detrattori delle organizzazioni umanitarie talvolta denunciano presunti profitti milionari per chi aiuta gli stranieri e mega stipendi per gli operatori. Ma circolano dati inesatti o vere e proprie bufale. Proviamo a fare un po’ di chiarezza su donazioni, spese e costi.

    Sea Watch | Le donazioni: 1,8 milioni a gennaio-ottobre 2018

    Per avere contezza dei soldi che circolano basta osservare le rendicontazioni che l’organizzazione non governativa rende pubbliche, con cifre aggiornate al 2018. E da queste rendincontazioni emerge, tra gennaio e ottobre dello scorso anno, quindi in dieci mesi, Sea Watch ha raccolto circa 1,8 milioni di euro di donazioni, in crescita rispetto al dato di 1,6 milioni raccolto nell’intero 2017. Nel 2018 una crescita delle donazioni è stata registrata soprattutto nella seconda parte dell’anno, da luglio in poi, quando le attività della Sea Watch sono diventate note a un’ampia platea di persone.

    Sea Watch | Le spese: 1,4 milioni a gennaio-ottobre 2018

    Per quanto riguarda le spese totali, invece, nel 2017 ci sono state uscite di quasi 2 milioni di euro (precisamente un milioni 950mila), dei quali circa 460mila per l’acquisto della Sea Watch 3 e 330mila per le sue operazioni. Per le operazioni della Sea Watch 2 si scende invece a quota 420mila euro e circa 70mila per la Sea Watch 1. Tra i costi vengono poi indicati per il 2017 oltre 260mila per il personale di terra, 360mila euro per tenere in volo il Moonbird, aereo che avvista le barche da salvare, e circa 55mila euro per il Camp Malta.

    Cifre più elevate per il periodo gennaio-ottobre 2018. Il rendiconto delle spese della ong indica nei dieci mesi un costo di circa 785mila euro per l’operazione di Sea Watch 3, 55,9 per cento del totale, di 195mila euro per il Moonbird, 305mila euro per il personale di terra, 55mila per Camp Malta e meno di 65mila (meno di 6.500 euro al mese) per il team italiano, il 4,5 per cento.

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    Sea Watch | I costi del team italiano: 63mila euro a gennaio-settembre 2018

    Ovviamente è un tentativo banale e semplicistico quello di attribuire i costi ad un compenso di membri dell’equipaggio o altro personale. Come spiega la stessa Sea Watch (precisando che le cifre relative al 2018 riguardano spese provvisorie fino alla fine del terzo trimestre) la voce del personale di terra comprende anche le spese di affitto degli uffici e dei costi del personale nelle aree amministrazione, finanza, raccolta fondi, IT, ufficio stampa e pubbliche relazioni.

    La ong ha fornito anche un dettaglio delle varie voci di spesa. E per quanto concerne il team italiano vengono indicati (per il periodo gennaio-settembre 2018) poco meno di 7mila di costi di volo, poco più di 2mila euro di telecomunicazioni, circa 1.500 euro di altri costi di viaggio, 26mila euro per il personale fornitore di servizi esterni, 24mila euro per costi operativi e tecnici, circa 750 euro di cibo e bevande.

    Sea Watch 3 | I costi della nave

    Per quanto riguarda infine la nave Sea Watch 3 vengono indicati come principali voci 62mila euro per viaggio e costi di volo, quasi 80mila euro di carburante, 78mila euro per spese di porto e altre tasse, 102mila di fornitura di servizi esterni, 77mila per manutenzioni e riparazioni, 192mila per costi di cantiere.

    Questi dati indicano come sia irrealistica, infondata l’accusa di mega stipendi per chi lavora a bordo di una delle navi della ong. Il costo del personale per forniture esterne del team italiano, di 26mila euro complessivi, equivale a poco più di 2mila euro mensili. Nei giorni scorsi si era parlato di uno stipendio di 5mila euro per portavoce di Sea Watch in Italia, Giorgia Linardi, a cui veniva attribuito un compenso di 5mila euro al mese. Un po’ troppo, tantissimo, a guardare le tabelle.

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