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    “Chiederà perdono alla sua professoressa”: arrestato lo studente che ha accoltellato la sua insegnante in classe

    Di Massimiliano Cassano
    Pubblicato il 31 Mag. 2023 alle 12:35

    Un gesto premeditato, secondo gli inquirenti, che avrebbe potuto uccidere: la documentazione medica incastra lo studente 16enne che due giorni fa ha ferito con un coltello la sua professoressa in una scuola di Abbiategrasso. Il giovane, ricoverato nel reparto di Neuropsichiatria dell’adolescenza del San Paolo di Milano, è stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio aggravato. Ha portato in classe un coltello, di proprietà di suo padre, e una replica di una pistola: due elementi che fanno pensare che lo scenario fosse stato in qualche modo prefigurato.

    La vittima è Elisabetta Condò, 51 anni, colpita mentre era di spalle. “Mi dispiace”, ha sussurrato il ragazzo ai suoi compagni prima di compiere il gesto. La donna ha riportato una ferita molto profonda all’altezza della scapola. E poi tre tagli alla testa, con una piccola frattura dell’osso. Soltanto per una questione di centimetri non è mai stata in pericolo di vita. Si sarebbe vendicato così per quelle sei note disciplinari e quello spettro di un 5 in condotta.

    Non è ancora se il 16enne soffra di un disturbo paranoide: alcuni comportamenti aggressivi erano già emersi in passato, nascosti da atteggiamenti da bullo che teneva in classe. “È sconvolto, chiede scusa a tutti, scriverà all’insegnante per chiedere perdono”, è la voce che filtra dal riserbo della famiglia, citata da Repubblica. Il ragazzo, insieme al suo legale, probabilmente scriverà una lettera per scusarsi del gesto.

    Maria Carla Gatto, presidente del Tribunale per i minorenni di Milano, commenta quello che per lei resta “un segnale cupo e molto grave”: “A prescindere dalle patologie psichiatriche che verranno eventualmente accertate, parlare di disagio adolescenziale rischia ormai di banalizzare: la situazione sembra scappata di mano, soprattutto in termini di comunicazione tra ragazzi e adulti di riferimento. C’è un vuoto di comprensione, le azioni dei ragazzi sembrano improvvise e non annunciate, eppure così non è. Da quanto tempo questo ragazzo meditava una sorta di vendetta e perché nessuno, a scuola, a casa, ha capito che la tensione saliva fino a rischiare di esplodere?”.

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