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    Scambiate nella culla, lo scoprono dopo 23 anni su Facebook: risarcimento da un milione di euro

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 19 Set. 2022 alle 17:31

    Scambiate nella culla, lo scoprono dopo 23 anni su Facebook: risarcimento da un milione di euro

    Due bambine, scambiate nella culla quando erano appena nate: per più di venti anni, Antonella e Lorena sono cresciute senza sapere di non aver mai conosciuto la loro famiglia d’origine. Adesso è arrivato il verdetto nella prima delle due cause intentate dalle donne, ormai 33enni, con cui il tribunale di Trani ha condannato la regione Puglia a risarcire Antonella e la sua famiglia biologica di circa un milione di euro.

    Alla donna spetterà circa mezzo milione di euro, a fronte di una richiesta di tre, mentre alla sua madre biologica, che ha invece cresciuto Lorena, andranno 215mila euro. Stessa somma stabilita per il marito, mentre al figlio andranno 81mila euro “per non aver potuto vivere compiutamente la relazione parentale”.

    L’adolescenza di Antonella, racconta l’edizione barese di La Repubblica, è stata particolarmente difficile. La madre con cui è cresciuta l’ha abbandonata da piccola, mentre il padre l’ha maltrattata al punto da farla finire in orfanotrofio. Successivamente è stata adottata dalla famiglia di Foggia a cui era stata affidata nel 2008. Meno difficile ma comunque complicata la vita dell’altra bambina, Lorena, che ha avuto un rapporto non sereno con i genitori.

    La scoperta dello scambio è avvenuta in maniera casuale, dopo che nel 2012 Antonella, guardando delle foto su Facebook, aveva notato alcune somiglianze con donne che non erano sue parenti. Sospetti confermati l’anno successivo con il test del dna, il quale ha confermato che Antonella è figlia biologica di Caterina e Lorena di Loreta.

    Lo scambio è avvenuto poco dopo la loro nascita, il 22 giugno del 1989, quando le due bambine furono portate al nido senza che gli fu applicato il braccialetto identificativo. Secondo il giudice, il personale ospedaliera ha l’obbligo di “consegnare” alla madre il neonato che ha partorito. Secondo la regione invece, non era dovuto alcun risarcimento per intervenuta prescrizione, che i legali facevano decorrere dal momento della nascita. Di diverso avviso il tribunale, secondo cui a valere è il momento in cui i ricorrenti sono venuti a conoscenza dello scambio.

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