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    Sascha Girke, imputato nel processo Iuventa, a TPI: “Contro di noi un processo politico, con Meloni sarà sempre peggio per le Ong”

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 2 Nov. 2022 alle 06:54 Aggiornato il 2 Nov. 2022 alle 06:58

    Lo scorso sabato a Palermo vi è stato l’ennesimo rinvio del processo che vede imputate ben 21 persone impegnate in operazioni di ricerca e soccorso nel mar Mediterraneo. Tra gli imputati – riporta Iuventa Crew – quattro sono tedeschi e facevano parte dell’equipaggio della nave di salvataggio Iuventa, al tempo della Ong berlinese Jugen Rettet. Si tratta di Kathrin Schmidt, Dariush Beigui, Sascha Girke e Uli Tröder, che «nel 2016/2017 hanno contribuito a salvare più di 14.000 persone dalla morte per annegamento nel Mediterraneo centrale».

    Gli imputati rischiano 20 anni di carcere a testa, e 15 mila euro di multa per ogni salvataggio effettuato. Quello della Iuventa, insieme a Medici Senza Frontiere (MSF) e Save the Children, è l’ultimo caso in cui si rischiano lunghe pene detentive legate alle operazioni SAR nel Mediterraneo centrale.

    Le indagini sono diventate note a livello internazionale nell’agosto 2017, quando hanno portato al sequestro della Iuventa, e si sono nuovamente intensificate nel 2021, quando sono state formulate le accuse per “favoreggiamento dell’ingresso non autorizzato in Italia” nei confronti di 21 persone dell’equipaggio di 3 navi di soccorso (Iuventa, Save The Children, Medici Senza Frontiere) e di una compagnia di navigazione (VROON). L’accusa sostiene che questi salvataggi non sono stati effettuati né in risposta ad un’emergenza in mare, né per salvare le persone da sofferenze e morte certa. L’accusa sostiene di avere delle prove che dimostrano la collaborazione con gli scafisti e i trasbordi diretti, ritenendo che l’unico intento fosse quello di facilitare l’ingresso delle persone in Italia.

    Tre sono i fatti contestati dalla Procura di Trapani. Il primo si sarebbe verificato il 10 settembre 2016, a 15 miglia circa dalle coste libiche. Secondo l’accusa, un’imbarcazione carica di migranti si sarebbe avvicinata alla Iuventa per poi allontanarsi nuovamente con due sole persone a bordo. Gli altri due fatti contestati dalla Procura di Trapani si sarebbero, invece, verificati entrambi il 18 giugno 2017. In questi casi la principale fonte d’accusa è un agente dei servizi segreti sotto copertura imbarcato a bordo della nave Vos Hestia di Save The Children. Noi di TPI ne abbiamo parlato con Sascha Girke, ex capo missione Iuventa.

    Ennesimo rinvio, nel frattempo la vostra imbarcazione è bloccata da tempo…
    La nave è ferma da agosto 2017. Cinque anni. Questo significa che molte persone che tentano o hanno tentato di attraversare il Mediterraneo non hanno potuto ricevere il nostro soccorso. Molte persone sono già morte, la Iuventa avrebbe potuto salvarle. Questa è la cosa più importante. Per me, per noi dell’organizzazione, significa che sono 5 anni che non ci è permesso fare ciò che sarebbe giusto fare: salvare le persone in difficoltà. Per il rinvio è molto difficile dire qualcosa, ho cercato di chiarire le date, fornire dettagli, anche per chiarire meglio cosa è accaduto alle persone, ma ci sono continui ostacoli alla prosecuzione del processo. Ho assistito all’udienza, ma sembra che tutto tardi ad arrivare: fissare le date, fissare le date per i testimoni, tutto sembra complicato. Hanno mobilitato 5 diversi corpi di polizia contro di noi e ancora non hanno delineato i dettagli di questo processo dopo tutto questo tempo. È strano. Ci stanno prendendo in giro per far allungare i tempi.
    Credi sia un problema di giustizia italiana o solo un esempio di quanto può accadere in futuro?
    E’ difficile dirlo perché non mi era mai capitata una cosa simile prima e quindi non posso fare paragoni. Ma sappiamo che casi simili in Francia, in Spagna e in Grecia hanno comunque richiesto molto tempo.
    E’ più un problema di criminalizzazione delle Ong?
    Certamente. Questo possiamo dirlo con sicurezza. Questo è un problema dell’Europa, un fenomeno degli ultimi anni, puoi ravvisarlo in molti paesi europei. Ci sono centinaia di procedimenti aperti che riguardano questa criminalizzazione della solidarietà. Non siamo soli in questo.
    Da poco l’Italia ha un nuovo governo, un nuovo ministro dell’Interno e le posizione della premier Giorgia Meloni in tema di salvataggi in mare sono note. Cosa ne pensi?
    Non posso parlare al posto di altre Ong. Ci sarà di sicuro almeno un altro giro di vite per le Ong, un’altra forte repressione della nostra attività. Per esempio per i salvataggi in mare, sarà più difficile uscire. Ci sono molte affermazioni di Meloni e Salvini che fanno capire il loro punto di vista. È disgustoso. Sono molto spaventato, non tanto per me, sono europeo, ho il passaporto, ma per gli altri che soffriranno molto più di adesso.
    La guerra in Ucraina ha dato un nuovo punto di vista sui migranti e rifugiati. Cosa hai osservato?
    La cosa ha creato migranti di serie A e di serie B. Altri colleghi lavorano sui confini ucraini e li apprezzo per quello che fanno, aiutano come possono. Ma è innegabile che si siano create delle differenze.
    A giorni si rinnoveranno gli accordi Italia-Libia sui migranti, cosa ne pensi?
    Credo che debbano cessare il più presto possibile. Sono accordi che vanno contro i principi umanitari, l’Europa non può cooperare in questo con la Libia, nel riportare forzatamente le persone nei luoghi da cui scappano.

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