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    “Saman è viva”: il padre della 18enne pakistana mente ai giudici

    Di Giovanni Macchi
    Pubblicato il 24 Nov. 2022 alle 15:52 Aggiornato il 24 Nov. 2022 alle 15:53

    “Mia figlia è viva”: in una dichiarazione fatta ai giudici di Islamabad, capitale del Pakistan, dove Shabbar Abbas si trova in carcere con l’accusa di aver ucciso sua figlia Saman Abbas, le parole sul caso di Novellara che è recentemente arrivato a una svolta. Il corpo della 18enne, scomparsa nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio 2021, sarebbe stato ritrovato – su indicazione dello zio – in un casolare distanza meno di un chilometro dall’abitazione della vittima. Non più in vita, quindi, come racconta il padre che l’avrebbe invece uccisa perché si rifiutava di partecipare a un matrimonio combinato. L’Italia ha chiesto l’estradizione dell’uomo. Il capo della Procura di Reggio Emilia Gaetano Calogero Paci lo accusa di omicidio, sequestro di persona e soppressione di cadavere in concorso con altri quattro familiari.

    Tra loro appunto lo zio, che avrebbe aiutato i carabinieri a ritrovare il cadavere. “La collaborazione c’è stata e lo dice l’atto del verbale di rinvenimento del cadavere, con la sua presenza in loco, messo a disposizione dalla Procura per noi difensori”, dice l’avvocato difensore dello zio, che si presume essere l’esecutore materiale dell’omicidio. Il corpo si trova a una profondità di circa due metri, sotto uno strato di rottami e materiale inerte e poi ricoperto da terra argillosa. Non ci sono dubbi che nel punto indicato ci siano resti umani, le analisi del dna stabiliranno se si tratta davvero del corpo della diciottenne, che verrà portato all’obitorio di Milano per le analisi del caso. I resti non sono in un sacco e questo rende molto complicato il recupero.

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