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    Giallo Novellara, spuntano nuove testimonianze: “Saman aveva un fidanzato segreto, il padre di lei lo aveva minacciato”

    Di Veronica Di Benedetto Montaccini
    Pubblicato il 4 Giu. 2021 alle 11:17

    Spuntano due nuove testimonianze che potrebbero risolvere il caso di Saman Abbas, la 18enne d’origine pachistana scomparsa da un mese da Novellara, in provincia di Reggio Emilia, che si presume essere stata ammazzata per il suo no ad un matrimonio combinato dalla famiglia.

    La prima riguarda il presunto “fidanzato segreto”, che secondo quanto riportato oggi da alcuni quotidiani locali, non era accettato dalla famiglia che la voleva in sposa con un cugino. Il giovane fidanzato sarebbe un connazionale di Saman, residente in Italia ma non in provincia di Reggio Emilia. Potrebbe essere ascoltato dagli inquirenti come persona informata sui fatti nei prossimi giorni. È per lui che Saman era già fuggita altre due volte dalla comunità bolognese che l’ospitava, per raggiungerlo. Tutti sapevano dell’esistenza di questo giovane e della contrarietà della famiglia Abbas alla relazione.

    Inoltre, la Procura reggiana, dopo aver ottenuto l’ok all’estradizione, attende l’arrivo in Italia del 28enne Ikram Ijaz, cugino di Saman, arrestato domenica a Nimes, in Francia mentre tentava di raggiungere alcuni parenti in Spagna. Lui – assieme ad un altro cugino e allo zio – è tra i protagonisti del video delle telecamere di sorveglianza nei pressi dell’abitazione, uno dei primi elementi acquisiti dagli inquirenti per avvalorare l’ipotesi dell’omicidio

    Le immagini, che risalgono al 29 aprile scorso, ritraggono i tre – tutti indagati – mentre con due pale, un secchio contenente un sacchetto azzurro e un piede di porco, si allontanano nei campi per poi fare ritorno due ore dopo. Il giorno successivo poi, l’ultimo avvistamento, sempre da un filmato, di Saman, in compagnia dei genitori Shabbar, 46 anni e Nazia Shaheen, 47 anni, indagati anch’essi e ora ricercati dopo il rientro improvviso e senza preavvisi (neppure al datore di lavoro di lui) in patria.

    Padre e madre, stando alle ricostruzioni investigative ipotizzate, avrebbero condotto Saman dallo zio in campagna proprio il 30 aprile. E qui i carabinieri sono convinti che sia stata uccisa. L’esecutore materiale sarebbe lo zio Danish Hasnain, 33 anni. E qui entra in gioco la seconda testimonianza chiave, perché il dettaglio lo avrebbe rivelato un minorenne vicino alla comunità pachistana che attualmente si trova sotto protezione in una struttura del bolognese, in attesa di essere interrogato sotto forma di audizione protetta.

    Il sostituto procuratore vorrebbe prima ascoltare il cugino Ikram (anche se tramite l’avvocato d’ufficio francese ha detto di non sapere nulla di questa storia e che si trovasse già fuori dall’Italia il presunto giorno del delitto) perché essendo uno dei protagonisti del video con le pale, potrebbe confessare dove il presunto cadavere sia stato occultato o perlomeno dare indicazioni più precise.

    Intanto le ricerche sono riprese con l’ausilio dei cani molecolari delle unità cinofile, ma la zona agricola – tra serre, pozzi, porcilaie e canali d’irrigazione – è troppo ampia per essere setacciata minuziosamente in poco tempo.

    Il testimone minorenne non sarebbe a conoscenza del luogo in cui potrebbe essere stato gettato il cadavere, in quanto non avrebbe assistito all’omicidio. Ma le sue parole potrebbero confermare le motivazioni del delitto, ossìa il rifiuto da parte della ragazza alle nozze forzate organizzate dalla famiglia in Pakistan. Motivo per cui Saman aveva denunciato i genitori, trascorrendo cinque mesi in una comunità.

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