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    Il servizio tv bufala condiviso da Salvini sul legame tra Ong e scafisti

    Il ministro dell'Interno rilancia una notizia semi vera (e semi falsa) come grande scoop e chi non pone attenzione ai contenuti potrà raccontare al bar che finalmente ci sono le prove

    Di Giulio Cavalli
    Pubblicato il 18 Lug. 2019 alle 19:35 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 02:25

    “Pazzesco! Fai girare!”. E poi tutta una ributtante sequela di punti esclamativi messi lì a casaccio, come se fosse un bambino della prima elementare che vomita insulti contro i compagnetti per fare il figo. Il tweet, manco a dirlo, è del bambino capriccioso che dovrebbe essere il ministro dell’interno, Matteo Salvini, e il lancinante scoop sarebbe la scoperta che “alcune Ong” (sì, lo so, sempre di quello parla, solo di quello) sarebbero in contatto con gli scafisti e finalmente sarebbero uscite le prove.

    Nel suo tweet il ministro dell’Interno (o meglio, i rabdomanti di fake news che lavorano per lui) ci sarebbe un servizio trasmesso nella trasmissione di Nicola Porro, firmato da Davide D’Aloiso, che svelerebbe i presunti traffici tra deportati di migranti e Ong. Cosa si dice nel mirabilissimo servizio? Nulla, niente, zero, giornalisticamente niente.

    I prodi giornalisti avrebbero trovato un presunto trafficante di nome Lukman (che sembra già un nome dei magnifici sette) che direbbe al telefono a un giornalista che si finge migrante di avere contatti con le navi (poche) ancora nel Mediterraneo per ottenere un passaggio verso l’Italia. Sono talmente furbi, quelli che si occupano dei suoi social, che non si accorgono nemmeno che proprio in quella stessa telefonata Lukman (che fa ridere solo a scriverlo) avrebbe anche raccontato dei suoi rapporti con la Guardia Costiera libica.

    Sì, sì, avete letto bene: quella stessa Guardia Costiera Libica che è il sogno erotico di Salvini fin da bambino. E quali sarebbero le “prove” che dovrebbero farci saltare tutti elettrizzati sulla sedia? I numeri di telefono delle Ong che si ritrovano facilmente in rete e una mappa con le posizioni delle navi che si trova facilmente online su diversi siti specializzati. Prove? Niente.

    Ma per Salvini quello che conta è semplicemente agitare un po’ di clamore sperando che magari così scompaiano le vicende che lo riguardano sui rapporti di alcuni dei suoi con la Russia. Ciò che stupisce, però, è che una così alta carica dello Stato rilanci una notizia falsa senza nemmeno rendersi conto che l’unica inchiesta su collusioni tra le navi delle Ong che operano nel Mediterraneo centrale e gli scafisti libici sia stata archiviata miseramente.

    Ma intanto si è riusciti a rilanciare una notizia semi vera (e semi falsa) come grande scoop e chi non pone attenzione ai contenuti potrà raccontare al bar che finalmente ci sono le prove. E tutti esulteranno, tutti si indigneranno. Avanti così.

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