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    Evasione dal carcere Beccaria di Milano, Salvini: “Mettere in sicurezza le strutture”. Ma Sala lo attacca

    Di Massimiliano Cassano
    Pubblicato il 26 Dic. 2022 alle 17:17

    “Non è possibile evadere così semplicemente”: il ministro delle infrastrutture Matteo Salvini commenta a margine di una visita alla fondazione ‘Eris Onlus’ a Limbiate, in Brianza, la fuga di sette detenuti del carcere minorile “Cesare Beccaria” di Milano.

    Tre sono già stati rintracciati dalle forze dell’ordine e hanno fatto rientro nella struttura, uno si era nascosto a casa della nonna. Per gli altri quattro, invece, continuano le ricerche. “Ringrazio le forze dell’ordine per quello che stanno facendo in queste ore che per molti sono di gioia, di pranzi, di cene. Però per chi indossa una divisa sono di fatica, di lavoro e di impegno”, ha detto il leader della Lega.

    “Ci sarò oggi per incontrare il direttore – ha annunciato – per capire come mettere in maggiore sicurezza non solo il carcere minorile di Milano ma anche tutte le carceri italiane perché troppo spesso ci sono episodi violenti. Quindi bisogna permettere a donne e uomini della penitenziaria di lavorare tranquilli”.

    Dopo la fuga, infatti, all’interno del penitenziario è scoppiato il caos, con altri giovani detenuti che hanno incendiato diversi materassi rendendo necessario l’intervento dei vigili del fuoco.

    Quattro agenti sono stati portati in ospedale dopo essere rimasti intossicati dal fumo. “Prima di tutto solidarietà agli agenti feriti e intossicati”, ha aggiunto il ministro e vicepremier.

    Ma contro le sue parole è arrivato l’affondo del sindaco di Milano Beppe Sala: “Non c’è più spazio per chiacchiere o affermazioni generiche di sconcerto”. “Io il Beccaria lo conosco bene”, ha scritto il primo cittadino su Facebook.

    “L’ultima mia visita risale a poco tempo fa, per la precisione a settembre. E comunque più volte ci sono stato insieme a Don Gino Rigoldi. Sempre insieme a lui abbiamo fatto continui richiami ai Governi che si sono succeduti per mettere mano a questo problema ormai fin troppo evidente. Il Beccaria era un carcere modello. Lo era nel passato, in un passato ormai remoto. Da quasi vent’anni non c’è un Direttore, e ce la si è cavata con dei ‘facente funzione’. Da una quindicina d’anni ci sono lavori in corso, che non finiscono mai. Questa è la situazione. Chi si vuole scandalizzare per l’accaduto è libero di farlo. Ma la realtà va guardata in faccia”.

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