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    Roma, tensioni alla Sapienza: studenti occupano la facoltà di Scienze Politiche. “Protestiamo contro le cariche sugli studenti”

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 27 Ott. 2022 alle 19:27

    È stata appena occupata la facoltà di scienze politiche de La Sapienza a Roma. Dopo un’assemblea partecipatissima gli studenti hanno deciso di occupare la facoltà per protestare in merito agli scontri avvenuti con la polizia lo scorso 25 ottobre.

    “Le violente cariche sugli studenti ha spinto gli universitari riuniti in assemblea ad occupare Scienze Politiche”, comunica il movimento studentesco Cambiare dell’università La Sapienza.

    “Le nostre richieste sono chiare: vogliamo le dimissioni immediate della rettrice Polimeni e la garanzia che non verranno mai più fatte entrare le forze dell’ordine nell’ateneo – aggiungono – Richieste semplici, atte a ristabilire livelli minimi di democrazia e vivibilità nell’università, prendendo atto che le massime istituzioni interne alla Sapienza non sono state in grado di garantire la sicurezza degli studenti”.

    Nel video pubblicato su Twitter dal giornalista Giansandro Merli gli studenti che entrano nell’istituto.

    “La polizia ha fatto in modo che una manifestazione autorizzata, quella che era in corso all’interno della Sapienza, si svolgesse liberamente”: il neo ministro degli Interni Matteo Piantedosi aveva provato a spegnere la polemica sugli scontri avvenuti a Roma tra manifestanti e forze dell’ordine mentre nell’ateneo era in corso una conferenza alla presenza dell’ex portavoce di Forza Italia Daniele Capezzone e il deputato di Fratelli d’Italia nonché presidente di Gioventù Nazionale Fabio Roscani.

    Sempre su quanto avvenuto lo scorso 25 ottobre nel cortile della Facoltà di Scienze Politiche, Sociologia, Comunicazione, il Consiglio di Dipartimento di Scienze Politiche ha diramato una nota: “Nel ribadire che l’Università è il luogo del confronto, del pluralismo e della libertà di espressione e che continuerà a garantire il diritto di tutti ad esprimere le proprie idee, condanna l’uso della forza per la risoluzione di conflittualità che vedano coinvolti gli studenti.

    Ribadisce che l’utilizzo della forza pubblica all’interno dell’Università deve essere riservato a situazioni eccezionali e richiede la massima responsabilità nella gestione dell’ordine pubblico all’interno dell’Ateneo. Auspica per il futuro che si riescano a trovare forme di mediazione e conciliazione, che valorizzino lo strumento del dialogo come forma di risoluzione dei conflitti”.

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