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    Roma, studentessa del liceo Plinio in classe con un top, il prof: “O ti copri o ti denudi”

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 31 Ott. 2022 alle 07:49 Aggiornato il 31 Ott. 2022 alle 07:55

    “O ti copri oppure ti denudi tutta”. Questo avrebbe detto un professore del liceo scientifico Plinio Seniore di via Montebello a Roma a una studentessa di quinta. Che si era tolta una felpa per rimanere con un top sportivo che teneva scoperta la pancia. Lo hanno denunciato i giovani del collettivo ’20 Novembre’: i fatti, stando a quanto hanno raccontato gli studenti, sarebbero avvenuti nella mattina di venerdì al liceo Plinio Seniore, in zona Castro Pretorio a Roma. Anche la Rete degli studenti medi di Roma centro ha espresso solidarietà: “Inaccettabile che episodi come questo avvengano, soprattutto dentro scuola, serve una presa di posizione chiara della scuola riguardo l’accaduto. Il 18 novembre ci mobiliteremo anche per tutti gli episodi come questo”, ha commentato Valeria Cigliana.

    Il vicepreside Stefano Capocaccia ha avvertito la dirigente scolastica che oggi convocherà il professore per sentire la sua versione dei fatti. Poi aprirà un’istruttoria interna. E nel caso prenderà provvedimenti: “Come scuola ci dissociamo da questo tipo di eventi in modo categorico, tra l’altro abbiamo anche attivato la Carriera Alias”.

    I fatti vengono raccontati in una nota diffusa dagli studenti del liceo, parte del collettivo ’20 Novembre’. “Non accorgendosi della reazione che stava suscitando negli studenti e nelle studentesse con queste sue uscite, il professore ha continuato a bersagliare la ragazza con altre frasi sessiste simili a quella di sopra, alzando poi il tiro nel rivolgersi a uno studente, etichettandolo come omosessuale, dicendogli “è talmente sexy da farti cambiare sponda”, riferendosi sempre alla ragazza”.

    Infine, nella nota si legge: “Ciò che la scuola non ci insegna ma che sfortunatamente ci mostra è che una radice di sessismo e di omofobia permane nella nostra società, anche nei luoghi del sapere, che dovrebbero essere luoghi di apprendimento liberi da discriminazioni e sicuri per tutti e tutte. Quante generazioni ancora dovranno passare prima che si possa fare scuola senza ricevere commenti degradanti, sessisti e omofobi sul proprio abbigliamento, o abbracci troppo stretti o sguardi fissi e indesiderati?”.

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