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    Radio Radicale, Giachetti ricoverato dopo 4 giorni di sciopero della fame

    Di Futura D'Aprile
    Pubblicato il 20 Mag. 2019 alle 17:39 Aggiornato il 20 Mag. 2019 alle 17:50

    Il 20 maggio Roberto Giachetti è stato ricoverato dopo 4 giorni di digiuno solido e liquido.

    Il deputato del Pd aveva deciso di scioperare per sostenere la causa di Radio Radicale, a rischio chiusura.

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    Il ricovero è stato disposto dal personale medico dopo aver riscontrato “segni clinici di disidratazione e ipotensione con astenia marcata”: il deputato è stato portato all’ospedale San Carlo di Nancy di Roma.

    Nel bollettino medico si legge che il medico “ha richiesto al paziente la ripresa immediata dell’assunzione di alimenti solidi e liquidi. Di fronte al rifiuto da parte dell’On. Giachetti, il dott. Manetti ha disposto il ricovero in ambiente ospedaliero per osservazione clinica”.

    Giachetti ha fatto sapere che intende andare aventi con la propria iniziativa nonviolenta e continuare così a manifestare a sostegno di Radio Radicale al fine di ottenere la proroga della convenzione con il Mise per la trasmissione delle sedute del Parlamento.

    Alle 19 il deputato dovrebbe collegarsi in diretta con Radio Radicale dall’ospedale dove è stato ricoverato.

    Lo sciopero di Giachetti va avanti dal 16 maggio, come da lui stesso annunciato: “Da radicale non posso che assumermi la responsabilità di procedere con l’atto più estremo della non violenza, cioè con lo sciopero della sete”.

    “Lo inizierò oggi (16 maggio, ndr) a partire da mezzanotte. Abbiamo tentato di tutto da mesi per consentire a Radio Radicale di continuare il suo servizio pubblico ma tutto quello che abbiamo fatto non è stato sufficiente, la situazione è ancora bloccata. E in queste condizioni la vita della radio è prossima alla fine”.

    Il deputato del Pd aveva rivolto un appello al ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, dicendosi “fiducioso nei confronti della sua volontà”, e al vicepremier leghista Matteo Salvini in cui chiedeva agli alleati di governo di “passare dalle parole ai fatti” per salvare Radio Radicale.

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