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    Repubblica intervista Ghali ma poi non la pubblica: “Censura per le frasi su Gaza”. La replica del direttore Molinari

    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 13 Feb. 2024 alle 13:37

    Durante il Festival di Sanremo il quotidiano Repubblica ha intervistato Ghali, ma l’intervista non è ancora uscita sul giornale. La decisione di rinviare la pubblicazione è stata presa dal direttore della testata, Maurizio Molinari, dopo che il rapper dal palco dell’Ariston ha lanciato l’appello “Stop al genocidio”.

    La vicenda è stata rivelata in prima pagina dal Fatto Quotidiano in edicola oggi, martedì 13 febbraio. Il giornale diretto da Marco Travaglio parla espressamente di “censura”, ricostruzione che tuttavia da Repubblica smentiscono categoricamente.

    In un comunicato diffuso online questa mattina la direzione del giornale fondato da Eugenio Scalfari spiega che l’intervista non è stata pubblicata solo perché Ghali non ha ancora risposto a una domanda che gli è stata posta a integrazione del colloquio. A margine della nota, Repubblica ha anche pubblicato l’intervista.

    Ma proviamo a capire meglio cosa è successo. Lo scorso venerdì, con il Festival in pieno svolgimento, Ghali è stato intervistato da Carlo Moretti, inviato di Repubblica a Sanremo. Quella sera il rapper, dopo la sua esibizione, ha scandito dal palco il messaggio “Stop al genocidio”, un chiaro riferimento all’offensiva militare di Israele sulla Striscia di Gaza.

    Già nei giorni precedenti Ghali era stato criticato dal presidente della Comunità ebraica di Milano, Walker Meghnagi: “Ghali ha proposto una canzone per gli abitanti di Gaza, ma a differenza di Ghali non possiamo dimenticare che questa terribile guerra è il prodotto di quanto successo il 7 ottobre”, aveva dichiarato il rappresentante della Comunità ebraica.

    A irritare Meghnagi era stata in particolare una strofa della canzone presentata dal rapper al Festival, dal titolo “Casa Mia”, in cui si parla del bombardamento di un ospedale. “Se la mia canzone porta luce su quello che si finge di non vedere, allora ben venga”, aveva risposto Ghali.

    Ma torniamo a quel venerdì sera. Dopo l’appello contro il “genocidio”, il direttore di Repubblica Molinari chiede al suo inviato di integrare l’intervista con una domanda sull’attacco di Hamas del 7 ottobre scorso contro il popolo israeliano.

    Il giornalista gira la richiesta allo staff di Ghali, dal quale però non riceve risposta. A quel punto Molinari decide di non pubblicare l’intervista sul giornale di sabato, né nei giorni seguenti. Finché il caso finisce oggi sulle pagine del Fatto Quotidiano, con conseguente replica della direzione di Repubblica.

    “Non è stata mai fatta alcuna censura contro il cantante Ghali”, si legge nel comunicato: “Gli è stato invece chiesto di rispondere a una domanda sulle polemiche seguite al suo primo intervento a Sanremo in merito al mancato riferimento al 7 ottobre e lui ha scelto di non farlo”.

    “Le dichiarazioni di Ghali non sono mai state censurate da Repubblica, che ha dato conto anche del suo intervento dal palco dell’Ariston, nella serata finale del festival, pubblicandone il video sul sito. Per non dire della presenza dell’artista sulla copertina dell’ultimo numero del Venerdì di Repubblica“, sottolinea ancora la direzione del giornale.

    E ancora: “Quanto all’intervista, era stato chiesto di integrarla con una risposta sul 7 ottobre, richiesta fatta da uno dei nostri inviati con un messaggio whatsapp mandato all’entourage dell’artista all’1.16 di venerdì 9 febbraio, messaggio che non ha mai ricevuto risposta e nel quale si ribadiva l’intenzione del giornale a pubblicare l’intervista non appena Ghali avesse fornito una risposta, naturalmente quella che riteneva di dover dare. Quella risposta non è mai arrivata”.

    Repubblica ha quindi pubblicato oggi sul sito l’intervista a Ghali. “Ho iniziato a scrivere ‘Casa Mia’ molto prima del 7 ottobre, poi alla luce di quanto accaduto alcuni passaggi si sono inevitabilmente caricati di un’attualità, di una forza e autenticità dirompenti, motivo che mi ha spinto ancora di più a portarla al Festival”, spiega il rapper nel colloquio con Moretti.

    Il caso sulla presunta censura a Ghali si inserisce in un più ampio e pregresso contesto di forte critica alla direzione impressa da Molinari a Repubblica. Nell’ultimo anno in più occasioni lo stesso comitato di redazione ha espresso perplessità sulla linea editoriale portata avanti, esprimendo disagio anche nello specifico per il modo in cui viene chiesto di raccontare la guerra in corso in Medio Oriente.

    Ma a essere accusato di censura non è solo il giornale fondato Eugenio Scalfari. Domenica scorsa, infatti, durante Domenica In Speciale Sanremo la conduttrice Mara Venier ha letto un comunicato dell’amministratore delegato della Rai, Roberto Sergio, che puntava il dito – implicitamente – proprio contro Ghali.

    Poche ore prima il rapper, ospite del programma domenicale, aveva risposto all‘attacco dell’ambasciatore israeliano in Italia, Alon Bar, che aveva accusato il Festival di diffondere “odio e provocazioni”. “Continua questa politica del terrore”, aveva replicato il rapper: “La gente ha sempre più paura di dire ‘Stop alla guerra’ o ‘Stop al genocidio’, viviamo in un momento in cui le persone sentono che vanno a perdere qualcosa se dicono ‘Viva la pace’. Assurdo”.

    Nel suo comunicato, il manager alla guida della Rai ha espresso solidarietà “sentita a convinta” al popolo di Israele, senza peraltro menzionare le decine di migliaia di palestinesi rimasti uccisi nell’offensiva lanciata dallo Stato ebraico su Gaza.

    LEGGI ANCHE: Solidarietà a Israele sì, ma ai palestinesi no: la Rai a Sanremo mostra il peggio di sé

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