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    Reddito di cittadinanza, l’Ue apre una procedura di infrazione contro l’Italia

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 15 Feb. 2023 alle 16:36

    Il reddito di cittadinanza non è in linea con il diritto dell’Unione Europea in materia di libera circolazione dei lavoratori, diritti dei cittadini, residenti e protezione internazionale. Questo il parere della Commissione europea, che ha deciso di avviare una procedura di infrazione contro l’Italia dal momento che il reddito può discriminare gli altri lavoratori Ue.

    Si tratta, in particolare, dell’obbligo di aver risieduto in Italia per almeno 10 anni: il reddito, secondo l’esecutivo Ue, dovrebbe essere accessibile ai cittadini Ue che ne hanno diritto, a prescindere dal loro passato per quanto concerne la residenza.

    Il requisito dei dieci anni di residenza in Italia per la Commissione costituisce una “discriminazione indiretta”, poiché è più probabile che cittadini non italiani non lo rispettino. Il reddito, tra l’altro, discrimina anche i beneficiari della protezione internazionale, che non hanno accesso alla misura.

    Infine, il requisito della residenza potrebbe scoraggiare gli italiani dall’andare a lavorare all’estero, dato che potrebbero non essere più qualificati per il reddito, una volta tornati. Roma ha due mesi di tempo per rispondere; in caso contrario, la Commissione potrebbe decidere di portare la procedura allo stadio successivo, il parere motivato.

    Una procedura d’infrazione per motivi simili è stata lanciata, con una messa in mora, nei riguardi dell’Italia per quanto concerne l’assegno unico per i figli a carico, introdotto nel marzo 2022.

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