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    “Il nero non entra”: l’episodio di razzismo in un camping a Riccione. L’avvocato a TPI: “Li quereleremo”

    Credit: Corriere di Bologna
    Di Nadeesha Dilshani Uyangoda
    Pubblicato il 27 Ago. 2019 alle 19:54 Aggiornato il 27 Ago. 2019 alle 19:56

    “Il nero non entra”: l’episodio di razzismo in un camping a Riccione

    “Il nero non entra”, è quello che si è sentito dire Iren, cittadino italiano di 27 anni, all’International Camping Village di Riccione. Iren era entrato per pranzare con la sua ragazza, Guendalina Bocellari, che stava trascorrendo le vacanze nel camping insieme alla famiglia. La giovane avrebbe approfittato della possibilità di ospitare un amico gratuitamente per le prime due ore, come previsto dal regolamento dello stesso camping e come tra l’altro era accaduto in precedenza con un amico del fratello che “però era bianco di carnagione”.

    Il buttafuori e un’altra dipendente del camping, identificatasi come coordinatrice, avrebbero addotto la mancata presentazione del documento di identità da parte di Iren e il mancato pagamento di una quota di ingresso di 10€. Alla disponibilità dei ragazzi a rimediare immediatamente all’errore, avrebbero comunque intimato a Iren di allontanarsi dal camping, sollecitandolo con epiteti razzisti e frasi come “Il nero non entra”. Alla richiesta di spiegazioni da parte della famiglia di Guendalina, i due dipendenti avrebbero definito Iren “persona non gradita”.

    “Se insistevamo a volerlo far restare, avremmo dovuto abbandonare anche noi l’alloggio affittato”, racconta Guendalina che però aveva al seguito anche la nonna 90enne cardiopatica e con problemi di deambulazione. A quel punto la reception del camping ha deciso di chiedere l’intervento dei carabinieri, sebbene la famiglia di Guendalina avesse già pagato in anticipo la permanenza sino al 31 agosto.

    Durante tutta la querelle, Iren è stato lasciato sul marciapiede antistante la struttura e, anche quando uno dei carabinieri lo ha invitato a entrare per fornire la sua versione dei fatti, l’addetto alla sicurezza lo avrebbe spintonato per assicurarsi che non entrasse.

    “I carabinieri hanno detto che non possono obbligare i dipendenti a far entrare una persona all’interno di una struttura privata”, hanno raccontato i due ragazzi che però hanno richiesto ai funzionari dell’Arma di “annotare il fatto che il camping non fa entrare il signor Iren Perera per questioni di razzismo”.

    “Ho mostrato più volte la mia carta d’identità, con la dicitura cittadino italiano”, precisa Iren, figlio di genitori srilankesi, “Quando hanno nominato i 10€, mi sono subito reso disponibile a pagarli”.

    A Guendalina però sembrava che Iren in quel camping proprio non lo volessero: “Anche davanti ai carabinieri Iren ha dimostrato di voler pagare, ma il buttafuori ha detto Io i soldi non li prendo da questo”. La giovane si è resa disponibile allora a pagare lei stessa, ma a nulla sono valsi i tentativi di risoluzione dei ragazzi.

    Iren ha espresso l’intenzione di querelare il camping per la vicenda razzista di cui è stato vittima. “È la prima volta che mi capita una cosa del genere. Di episodi di razzismo ultimamente se ne sentono diversi, colpa anche del clima politico, ma a me non era mai successo”.

    Il papà di Guendalina, l’avvocato Gianfranco Bocellari, contattato telefonicamente da TPI, ha confermato che “ci sono tutti gli estremi dal punto di vista giuridico per procedere con una querela”. L’avvocato ha definito il comportamento dello staff “volto a una vera e propria discriminazione razziale”. Un elemento decisivo per decidere in merito a una qualche azione legale potrebbe essere il fatto che “anche dopo non si sono comportati bene, avrebbero potuto inviare una lettera di scuse a Iren e Guendalina, invece per giustificare il comportamento con il mancato pagamento dei 10€”.

    Infatti secondo Corriere Romagna, il camping ha commentato la vicenda attraverso le parole di Adriano D’Andrea Ricchi, amministratore delegato di Riccione Gest, società di gestione della struttura ricettiva, secondo il quale non c’è stato nessun episodio di razzismo, ma il ragazzo sarebbe stato allontanato perché si rifiutava di registrarsi e pagare la quota di 10€.

    Questa versione viene smentita anche dall’avvocato Bocellari che ribadisce che l’offerta di pagamento è stata rinnovata anche davanti ai carabinieri.

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