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    “Non sono un eroe”: parla il ragazzo che ha salvato la bimba caduta dal quinto piano

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 27 Ago. 2023 alle 08:37

    Parla il ragazzo che ha salvato la bimba caduta dal quinto piano

    “No, non sono un eroe”: lo dichiara Mattia Aguzzi, 37 anni, che nella giornata di ieri, sabato 26 agosto, ha salvato la vita a una bambina di cinque anni caduta dal quinto piano di un palazzo di via Nizza, a Torino.

    Intervistato da La Stampa, il giovane ha ripercorso quanto avvenuto. “Quando l’ho vista cadere mi sono messo in traiettoria. Ho aperto le braccia, d’istinto. E l’ho guardata mentre cadeva giù. E quando l’ho presa ho attutito il colpo qui, sul petto, e poi ho chiuso le braccia. Che devo dire? Ho fatto tutto così, in modo naturale. Non ho pensato a nulla e ho provato a fare quel che si doveva fare”.

    “Poi sono caduto a terra anch’io. E non sapevo che cosa pensare in quegli attimi. L’ho guardata. Prima era immobile, poi s’è messa a piangere e allora ho capito che stava bene. Che era andato tutto bene. Cioè ho sperato che fosse andato tutto bene”.

    Mattia passava lì per caso insieme alla fidanzata Gloria: “Ho alzato gli occhi e ho visto quella bambina che si sporgeva nel vuoto. E allora mi sono messo anch’io a gridare di tornare dentro. Era la cosa più normale da fare”.

    La compagna ha iniziato a suonare a tutti i campanelli del palazzo mentre lui è “rimasto lì a guardare. Sa, quella bambina era appesa alla ringhiera. Io l’ho vista cadere e mi sono messo sotto di lei. È stata fortuna. Non so. So soltanto che è andata bene. L’ho presa così (fa il gesto con le braccia) e l’ho stretta a me. Poi sono caduto con lei”.

    Il giovane, poi, ha visto i genitori della bambina subito dopo l’accaduto: “Mi hanno detto che sono scesi di corsa. Credo che stessero sistemando qualcosa in casa, non ho capito bene. Poveretti, erano sconvolti. Del resto come non esserlo? Si sono presi uno spavento pazzesco, devastante”.

    “È andata bene. Che cosa possiamo volere di più? Il destino ci ha messi lì. Il caso. La fatalità. A quel che ne so stiamo tutti quanti bene. E questa, mi creda, è la cosa più bella” conclude Mattia.

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