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    Denise Pipitone, lite tra ex pm a “Quarto Grado” e Nuzzi dà dell’incapace ad Angioni

    Di Guglielma Vaccaro
    Pubblicato il 29 Mag. 2021 alle 16:02 Aggiornato il 29 Mag. 2021 alle 16:11

    Nella trasmissione Mediaset “Quarto Grado- Le storie” dedicata alla cronaca andata in onda venerdì 28 maggio 2021, al culmine di una polemica alimentata da quasi tutti gli opinionisti presenti in studio, abbiamo assistito ad una durissima presa di posizione del conduttore Gianluigi Nuzzi nei confronti dell’ex sostituto procuratore Maria Angioni.

    La trasmissione tratta da tempo il caso – tornato alla ribalta – di Denise Pipitone e ha pertanto invitato uno dei primi inquirenti coinvolto nelle indagini sulla scomparsa della bambina di Mazara del Vallo avvenuta il primo settembre del 2004.

    Questi i fatti: la dottoressa Maria Angioni, attualmente giudice del lavoro in forza al Tribunale di Cagliari, diventa nota al grande pubblico quando, nel corso della trasmissione “Ore 14” di Raidue andata in onda il 7 aprile 2021, rivela di aver incontrato grandissime difficoltà nello svolgere l’inchiesta mirata a far luce sulla sorte della piccola.

    In particolare afferma che persone sospette sapevano dopo poco di essere intercettate, pertanto si era vista costretta a cambiare metodo di indagine e collaboratori delle forze di polizia tra i quali, sospettava, si annidassero una o più “talpe”.

    Si tratta di dichiarazioni esplosive, che hanno avuto come immediata conseguenza l’apertura di un fascicolo presso la Procura di Marsala per depistaggio, la convocazione della Angioni come persona informata sui fatti e, soprattutto, la sua partecipazione a molti programmi che trattano la vicenda.

    Attualmente la dottoressa Angioni compare quasi ovunque si parli della scomparsa di Denise Pipitone, senza distinzione tra Rai e Mediaset: con il suo fare molto pacato si concede volentieri rimarcando le difficoltà e il clima di intimidazioni che aleggiava fuori e dentro la Procura, quando non formula teorie sulla possibile conclusione della vicenda.

    Su questo punto la Angioni ha ipotizzato anche la circostanza, tutta da dimostrare, della faida tra un gruppo “cattivo” che voleva fare del male alla bambina e un gruppo “buono” che invece le avrebbe salvato la vita pur portandola via per sempre dalla famiglia di origine.

    Venerdì sera, durante la trasmissione “Quarto Grado- Le storie”, la Angioni si è collegata come al suo solito per partecipare al dibattito in studio sul caso ma si è trovata alle prese con una sorta di “plotone di esecuzione” pronto a rinfacciarle lacune e contraddizioni.

    Si trattava di domande legittime, viste le incredibili leggerezze che stanno emergendo, ma che tuttavia sono state poste con un carico “moralistico” che non aveva molto senso: la dottoressa Angioni ha già ha fatto capire di essere stata pedinata e finanche minacciata, inoltre parliamo di un’inchiesta aperta da 17 anni che ha visto avvicendarsi molti magistrati le cui generalità sono per lo più ignote all’opinione pubblica.

    L’opinionista Sabrina Scampini, che si rivolge indignata all’ospite collegata chiedendole se non si vergogna per come ha condotto l’inchiesta, lascia il tempo che trova come le obiezioni dell’ex magistrato in pensione anche lei opinionista fissa del programma che chiede “ma scusa collega, perché non hai denunciato ai tuoi superiori o al Csm gli ostacoli che hai incontrato? Io lo avrei fatto, perbacco!”.

    Questi interrogativi forse appagano il telespettatore che in quel momento segue la trasmissione ma chi segue da tempo la Angioni è al corrente del suo “alert” alla Direzione Distrettuale Antimafia competente e di un colloquio con un procuratore della Repubblica di un altro distretto siciliano competente in caso di inchieste su magistrati di Marsala. Della prima segnalazione non si conosce l’esito, il secondo avrebbe minimizzato la questione definendo la Angioni ed altri insieme a lei “zuzzurelloni”.

    L’apice della polemica è stato raggiunto nel dialogo con il conduttore Gianluigi Nuzzi: il giornalista all’inizio cerca di proteggere l’ospite smorzando il coro polemico che si era creato in studio ma viene spiazzato quando, chiedendo alla Angioni che ruolo ricopra attualmente, si sente rispondere se vuol saperlo per mettere una bomba. Una risposta del genere è spiazzante, d’accordo, tuttavia da un conduttore rodato di una trasmissione così famosa – e con un ottimo trend di ascolti grazie anche alla vicenda della bimba siciliana – ci si attende che come padrone di casa riprenda la barra del comando e richiami tutti all’ordine.

    Invece Nuzzi, probabilmente disorientato da quanto avvenuto poco prima, perde completamente il controllo quando la Angioni chiede se l’argomento è un processo a lei o la verità sulla scomparsa della bambina: il conduttore, visibilmente alterato, ingiunge all’ex magistrato di farsi un esame di coscienza sul perché non ricopre più il ruolo di sostituto procuratore e chiude il collegamento mentre la Angioni parla ancora in un audio abbassato poco comprensibile.

    Poco dopo, un po’ più calmo, invita il magistrato in trasmissione per la prossima volta ma rimane nell’aria la sensazione che qualcosa sia sfuggito al controllo.

    Quali riflessioni si possono trarre da un episodio così particolare (e sgradevole)? La vicenda della scomparsa di Denise Pipitone dal caso delle indagini su Olenya Rostova in poi ha riacceso un circo mediatico imponente e ha delegato in parte ad alcuni giornalisti l’investigazione di aspetti oscuri della vicenda.

    Non a caso le prime rivelazioni della Angioni sono riecheggiate in uno studio televisivo e da allora non cessa il flusso di rivelazioni, scoop e polemiche come l’ultima oggetto delle presenti riflessioni. La dottoressa Angioni si concede troppo alle telecamere, dice e non dice? Dovrebbe ritirarsi in buon ordine e riferire solo a chi di competenza tutte le zone d’ombra della vicenda in cui si è imbattuta?

    Chi scrive ha l’impressione che la vicenda della scomparsa di Denise Pipitone parta da una questione di rapporti strettamente personali a cui si è aggiunto qualcosa di più profondo che si lega al fatto contingente e che non è stato ancora espresso.

    Lungi da me immaginare scenari complottisti stile “misteri di Stato”, tuttavia è un fatto che cose strane ce ne sono state e ce ne sono ancora, tanto è vero che è appena iniziato l’iter normativo per la costituzione di una commissione d’inchiesta. Quante commissioni d’inchiesta risultano istituite o anche solo proposte per il rapimento e la scomparsa di una minore, presumibilmente maturato a causa di rancore per unioni spezzate e gelosie tra figli di primo e secondo letto?

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