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    Il procuratore capo degli arbitri italiani Rosario D’Onofrio è stato arrestato per narcotraffico

    Di Anton Filippo Ferrari
    Pubblicato il 12 Nov. 2022 alle 13:16 Aggiornato il 12 Nov. 2022 alle 13:17

    Il procuratore nazionale dell’Aia (Associazione Italiana Arbitri) per la Guardia di Finanza è un narcotrafficante. Rosario D’Onofrio, detto “Rambo”, ex ufficiale dell’esercito, è accusato di essere un corriere delle droga in un’inchiesta della procura di Milano.

    D’Onofrio, che era stato premiato a luglio come “Dirigente Arbitrale nazionale particolarmente distintosi” dal Comitato Nazionale dell’Associazione Italiana Arbitri, nelle carte processuali viene tratteggiato come un personaggio perfettamente integrato in una banda che gestiva il narcotraffico sulle rotte spagnole, responsabile di pestaggi e in grado di fornire armi.

    D’Onofrio, divenuto responsabile sotto la presidenza Nicchi dell’ufficio che indaga su eventuali irregolarità degli arbitri, ha presentato le dimissioni all’Aia nelle ore immediatamente successive all’operazione. L’Aia – si sottolinea in ambienti arbitrali – nella vicenda è parte lesa.

    Sono stati cinque mesi di lavoro intensi quelli di D’Onofrio come corriere della banda che gestiva il narcotraffico tra la Spagna e Milano, tonnellate di hashish e marijuana fatti arrivare sui camion di una ditta di spedizioni. Secondo quanto ricostruito dalle indagini coordinate dai pm Rosario Ferracane e Sara Ombra nella maxi inchiesta del Gico della Guardia di Finanza di Milano che ha portato a 42 misure (di cui 39 in carcere), il primo compito di D’Onofrio era quello di smistare al dettaglio i carichi dopo che erano arrivati in deposito. Secondo il giudice che ha firmato l’ordinanza era lui “la persona incaricata (…) di organizzare la parte logistica delle importazioni di stupefacente e tra queste attività (…) di reperire luoghi ove poter effettuare lo scarico in sicurezza dei bancali all’interno dei quali era contenuto lo stupefacente”. Dai messaggi che gli uomini della banda si scambiavano su Encrochat, emerge anche che l’ex militare era l’uomo che doveva procurare “il ferro”, ovvero una pistola.

    All’occorrenza D’Onofrio è anche uomo di pestaggi: “Dice che se lo prende lo tortura con corrente … – si scrivono su messaggistica criptata due del gruppo, riferendosi al pestaggio e al ruolo di D’Onofrio – tanto prima o poi lo prendiamo.. Dovevo ammazzarlo quel giorno… Invece mi sono fatto prendere dal dispiacere… stava morendo… mi ha detto Rambo che solo per te si è fermato”. Lo stesso Rambo, in un’altra telefonata dice: “Ma tu non puoi immaginare quante gliene ho date”.

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