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    Processo Cucchi bis: le dichiarazioni di Ilaria Cucchi dopo le richieste del pm

    La sorella di Stefano ha commentato le richieste di condanna del pubblico ministero giunte al termine della requisitoria

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 3 Ott. 2019 alle 13:58 Aggiornato il 21 Ott. 2019 alle 21:09

    Processo Cucchi bis: le dichiarazioni di Ilaria Cucchi dopo le richieste del pm

    “Questo processo ci riavvicina allo Stato”: sono le dichiarazioni a caldo di Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, giunte subito dopo le richieste di condanna del pm Giovanni Musarò nell’ultimo giorno di requisitoria del processo Cucchi bis.

    Processo Cucchi bis, le richieste del pm: 18 anni per due dei cinque carabinieri imputati

    “Non avrei mai creduto di trovarmi in un’aula di giustizia e respirare un’aria così diversa – ha aggiunto Ilaria Cucchi – Sembra qualcosa di così tanto scontato, eppure non è così. Se ci fossero magistrati come il dottor Musarò non ci sarebbe bisogno di cosiddetti eroi o della sorella della vittima che sacrifica dieci anni della sua vita per portare avanti sulle sue spalle quella che è diventata la battaglia della vita” ha aggiunto la sorella di Stefano.

    Il processo si sta tenendo nell’aula bunker di Rebibbia, a Roma, e vede sul banco degli imputati cinque carabinieri: Alessio Di Bernardo, Raffaele D’Alessandro e Francesco Tedesco, tutti accusati di omicidio preterintenzionale e abuso d’autorità (Tedesco anche di calunnia nei confronti degli agenti della Penitenziaria assoluti in via definitiva); Vincenzo Nicolardi e Roberto Mandolini, tutti accusati di calunnia (Mandolini, anche di falso).

    Per due di loro, Alessio Di Bernardo, Raffaele D’Alessandro, il pm Musarò ha chiesto 18 anni di reclusione per omicidio preterintenzionale e l’assoluzione per il teste chiave Francesco Tedesco, che aveva denunciato il pestaggio. Per quest’ultimo, però, è stata chiesta una condanna di tre anni e mezzo per il reato di falso.

    8 anni di reclusione, invece, sono stati richiesti per il maresciallo Roberto Mandolini sempre per il reato di falso, mentre chiesto “il non doversi procedere” per Tedesco, lo stesso Mandolini e per il quinto imputato, Vincenzo Nicolardi, per la prescrizione del reato di calunnia di cui erano accusati.

    Caso Cucchi: la ricostruzione della vicenda

    Il dibattimento è stato riaperto grazie all’insistenza di Ilaria Cucchi e della sua famiglia, la quale, nel 2015, ha fatto riaprire le indagini dalla Procura di Roma che, nel gennaio del 2017, ha chiesto il rinvio a giudizio dei cinque carabinieri.

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    Decisiva per l’avvio del processo Cucchi bis è stata la testimonianza del carabiniere Riccardo Casamassima, che ha accusato del pestaggio e della conseguente morte di Stefano alcuni colleghi.

    La vera svolta, però, è arrivata con la confessione di Francesco Tedesco, il quale ha accusato due suoi colleghi del pestaggio.

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    In quell’occasione, Ilaria Cucchi aveva commentato la confessione di Tedesco con le seguenti parole: “Ci chieda scusa chi ci ha offesi in tutti questi anni. Ci chieda scusa chi in tutti questi anni ha affermato che Stefano è morto di suo, che era caduto. Ci chieda scusa chi ci ha denunciato”.

    “Sto leggendo con le lacrime agli occhi quello che hanno fatto a mio fratello. Non so dire altro. Chi ha fatto carriera politica offendendoci si deve vergognare. Lo Stato deve chiederci scusa. Deve chiedere scusa alla famiglia Cucchi” aveva scritto Ilaria sul suo profilo Facebook.

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