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    Pregliasco e la fase-3 del Covid: “Convivere col virus significa cambiare abitudini. Anche nella rasatura”

    Il Professor Fabrizio Pregliasco, Presidente Nazionale di A.N.P.AS. (Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze)

    Il noto virologo, Presidente di A.N.P.AS. (Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze), ha accettato l'invito di Gillette ad analizzare scientificamente un tema del quale non si parla molto, ma che invece può essere determinante per non vanificare l'uso delle mascherine, creando anche problemi di sicurezza sul lavoro

    Di Lorenzo Zacchetti
    Pubblicato il 8 Giu. 2020 alle 13:36 Aggiornato il 8 Giu. 2020 alle 13:38

    Pregliasco, la fase-3 del Covid e abitudini nella rasatura

    La pandemia di Covid-19 ci ha costretto a rivedere la nostra quotidianità in ogni suo aspetto, compresi quelli più radicati nelle singole abitudini. Per quanto riguarda noi uomini, la rasatura non è certo un tema secondario: anzi, è una delle prime cose delle quali ci occupiamo ogni mattina, sia che si prediliga presentarsi in pubblico con la pelle liscia, sia che invece si preferisca sfoggiare barba e baffi perfettamente curati.

    Questo passaggio quotidiano assume un’importanza ancora maggiore ai tempi del Coronavirus: al di là della vanità, è in gioco la salute e la prevenzione dal contagio, come il leader del settore Gillette ci ha spiegato recentemente, in occasione dei 150 anni della Croce Rossa. Oltre a effettuare diverse donazioni economiche, il celebre brand di Procter & Gamble ha provveduto a regalare rasoi e gel da barba a volontari, medici e infermieri in prima linea, con una motivazione molto semplice: una barba troppo folta o ingombrante può impedire alle mascherine di aderire bene al viso e quindi esporre al rischio di contagio sia gli operatori sanitari, sia noi comuni cittadini.

    Quest’ultima è una tematica nuova anche per un’azienda che vanta oltre 115 anni di esperienza nello sviluppo di rasoi per uomo a tecnologia avanzata. Quindi Gillette si è rivolta a uno dei più noti esperti del tema: il virologo Fabrizio Pregliasco. Dal 2013 il medico milanese è Presidente Nazionale di A.N.P.AS. (Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze), da anni svolge attività di divulgazione scientifica sull’educazione alla salute e la prevenzione e, nel corso di questa pandemia, è diventato un volto noto anche sui media, che con grande frequenza hanno fatto ricorso alla sua competenza specifica.

    È proprio con Pregliasco che inquadriamo da un punto di vista scientifico il tema della rasatura ai tempi del Coronavirus e in particolare in questa fase che lui stesso definisce di “vigile serenità”.

    “Bisogna passare dalla paura alla consapevolezza” – spiega Pregliasco – “Dobbiamo imparare a convivere con un rischio che ovviamente viene percepito in modo diverso rispetto a prima. Anche la rasatura fa parte di una serie di comportamenti che vanno ricordati e attuati nel quotidiano. Il Covid-19 ci costringe all’uso di DPI che devono essere usati in modo corretto, sia da parte dei sanitari che da parte dei lavoratori. Non dimentichiamoci che il tema rientra nella Legge 81, sulla sicurezza sul lavoro: l’utilizzo appropriato della mascherina diventa un obbligo che anche il datore di lavoro potrebbe in qualche modo contestare, in caso di uso non congruo da parte del dipendente. È chiaro che chi sfoggia una barba ‘alla Garibaldi’ o in stile hipster può avere problemi da questo punto di vista”.

    Oltre all’imperfetta adesione delle mascherine, ci sono altre problematiche legate alla barba?
    Come ben noto, la barba può essere veicolo di batteri e in tal senso anche dei droplet che veicolano il Covid-19. E’ quindi determinante l’igiene sistematica e la cura della barba, ma bisogna anche considerare il fatto che una rasatura non eseguita a regola d’arte può determinare microlesioni, che possono facilitare il contagio. È molto importante, dunque, disinfettare eventuali irritazioni o ferite da rasatura.

    Le stesse problematiche sussistono per chi porta solo i baffi?
    I baffi rappresentano un problema igienico sicuramente inferiore a quello della barba, soprattutto se folta. Anch’essi sono però luogo privilegiato per un accumulo di carica batterica e virale. Inoltre, chi porta barba o baffi è più portato a toccarsi il viso e questo, come sappiamo, può facilitare il contagio. La via di contagio principale è data dai droplet, ma una quota indiretta arriva proprio dalle mani, per cui bisogna evitare di toccarsi bocca, naso e occhi.

    È quindi necessario rasarsi tutti i giorni? C’è qualche precauzione specifica da osservare?
    Sicuramente una cura giornaliera della barba (con strumenti adeguati, prodotti pre-barba, schiume da barba emollienti e prodotti post-barba adeguati) permette una cura corretta della cute.

    Ma tutti i tipi di barba rappresentano un problema? La mia è chiaramente una domanda interessata, visto che non vorrei rinunciare al pizzetto…
    Il CDC americano (Centers for Disease Control and prevention) nel 2017 ha realizzato prima dell’insorgenza del COVID-19 uno schema che confronta 36 diversi stili di barba, baffi e pizzetti, rispetto ad un corretto utilizzo delle famose mascherine FFP2/FFP3. Di queste ne sono state bocciate ben 18, come la peluria foltissima “alla Verdi” o “Garibaldi”, lo stile hipster, i pizzi folti e lunghi oltre il mento, i baffi alla messicana e i basettoni (stile “mutton chops”). Fra le barbe promosse spiccano invece i pizzetti circoscritti intorno alle labbra: nel suo caso quindi basterebbe accorciarla un po’. Promossi anche i baffetti sottili, “alla Zorro” e a spazzolino e in stile “tricheco” corto. La peluria non deve fuoriuscire dal bordo della maschera per non impedire l’adesione delle mascherine alla cute e ridurre la protezione conferita da questi dispositivi. Oggi, in piena emergenza Covid-19, sui foglietti allegati alle mascherine FFP2 si legge: “Non usare con barba, basette o baffi che potrebbero impedire una buona tenuta del respiratore sul volto”. Gli operatori sanitari dovrebbero radersi il viso in questo periodo di emergenza, ma anche un normale cittadino che in questo momento decida di farsi crescere la barba andrebbe dissuaso in via prudenziale.

    Perché in Italia se ne parla solo oggi e ancora manca una guida chiara per gli operatori sanitari, a differenza di altri Paesi?
    In realtà, già ai tempi dell’epidemia della Sars, anche l’Istituto Superiore della Sanità italiano (ISS) raccomandava agli operatori sanitari di sbarbarsi prima di indossare le maschere di protezione. Però è importante diffondere il messaggio, perché i respiratori usati negli ospedali, ovvero le maschere di tipo ffp2 ed ffp3, devono aderire perfettamente alla pelle per evitare il rischio di contagio che, soprattutto durante alcune procedure di assistenza medica che producono aerosol, è elevato. Per questo motivo, tutti gli operatori sanitari che devono indossare le mascherine non dovrebbero avere la barba. Le diverse regolamentazioni dipendono da una questione tecnica. Nelle varie strutture ospedaliere viene realizzata una formazione ad hoc riguardo l’impiego delle specifiche disposizioni per l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, ma ad oggi mancano linee guida condivise. Per questo è importante attenersi a un codice igienico e comportamentale prudente, oltre che socialmente consapevole.

    Lei prima accennava alle possibili escoriazioni da rasatura: come si può prevenire il problema, pur facendosi la barba tutti i giorni?
    Tra le buone pratiche di rasatura quotidiane, è utile fare attenzione ad alcuni punti specifici: lavare bene il viso, per idratare anche i peli della barba e facilitare la rasatura; applicare schiuma o gel da barba per ridurre al minimo l’attrito tra le lame e la pelle; non esercitare troppa pressione sul rasoio e infine sciacquare il rasoio frequentemente durante la rasatura.

    Quali precauzioni vanno prese, prima e dopo l’uso della mascherina?
    Prima di indossare la mascherina è necessario lavarsi le mani e bisogna poi mettere il dispositivo senza toccarlo, ma usando solo gli elastici o le stringhe. Si raccomanda di coprire bene naso, bocca e mento e di utilizzare i dispositivi in tutti i luoghi chiusi e anche all’aperto nel caso in cui non si è sicuri di poter rispettare le distanze di sicurezza. Infine, si raccomanda di fare molta attenzione anche quando si toglie la mascherina: non bisogna toccare la parte esterna e poi ci si deve lavare bene le mani. Anche se si indossa la mascherina, bisogna mantenere sempre la distanza di almeno un metro e curare l’igiene delle mani. L’arrivo della stagione calda ci deve spingere a rinforzare l’igiene della pelle, ricordandosi che una buona rasatura rimuove impurità, sebo e batteri.

    Per chi porta la barba, quali sono le regole utili di igiene e comportamento per essere protetti e proteggere gli altri?
    Per i cittadini che indossano le mascherine chirurgiche la peluria non costituisce alcun impedimento, a patto che la barba non sia troppo folta o lunga, altrimenti lo schermo non è più sufficiente. In questo caso è bene accorciarla. Con le mascherine perciò è possibile dare un via libera alla cura della barba, che sia di media lunghezza, e ai baffetti e ai pizzetti ben delineati e rasati. Nel suo caso, non è quindi necessario cambiare look. Ma accorci il pizzetto regolarmente!

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