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    Ponte Morandi: “Ecco perché è stato legittimo affidare la ricostruzione a terzi”

    L'Intervento dell'Avvocato Carlo Spampinato al TPI Fest! 2020 a Sabaudia ha catturato l'interesse della platea su un tema molto discusso, ma che pochi conoscono in profondità. Il parere dell'esperto sulla vicenda

    Di Redazione TPI
    Pubblicato il 10 Set. 2020 alle 12:19 Aggiornato il 10 Set. 2020 alle 14:31

     

    Secondo l’Avvocato Carlo Spampinato, esperto di diritto amministrativo dello studio Rödl&Partner, è “conforme alla Costituzione la compressione dei diritti costituzionali effettuata dal Governo, in favore della tutela di un più alto valore di coesione sociale”.

    Ad un mese dall’inaugurazione del ricostruito Ponte Morandi (che ora si chiama “San Giorgio”), pochi giorni fa è stato dato via libera dal Consiglio di Amministrazione di Atlantia alla costituzione della newco “Autostrade Concessioni e Costruzioni”, deliberando, così, la separazione della società concessionaria dalla sua controllante. Un primo tassello, anche se è una delle possibilità sul tavolo negoziale, che porterà alla scissione parziale e proporzionale, e successiva quotazione in Borsa della società, per poi permettere l’entrata dello Stato, con una quota consistente, di Cassa Depositi e Prestiti.

    Ora, facendo un passo indietro, è possibile tracciare un bilancio anche sulla scelta del Governo di affidare la ricostruzione del ponte a un soggetto terzo e poi di restituirne la gestione ad Autostrade per l’Italia. Scelta che è stata ed è tutt’ora oggetto di un forte dibattito sia politico che legale.

    “La Corte Costituzionale ha confermato la piena legittimità costituzionale delle scelte del Governo – spiega l’Avv. Carlo Spampinato – in quanto la tragedia ha provocato una profonda perdita di fiducia tra i consociati e il gestore dell’opera pubblica, ossia Autostrade per l’Italia. Per questo motivo la Corte Costituzionale ha ritenuto fondata e quindi conforme a Costituzione la compressione dei diritti costituzionali, di uguaglianza, di libertà economica e di concorrenza, in favore della tutela di un più alto valore relativo alla coesione sociale che invece non poteva essere garantito nel caso in cui la ricostruzione fosse stata fatta direttamente dal soggetto che aveva la custodia del ponte”.

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