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    Perdita dell’udito, rash cutanei, orticaria: i nuovi sintomi della variante Omicron

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 18 Mag. 2022 alle 17:30 Aggiornato il 18 Mag. 2022 alle 17:48

    Perdita dell’udito, prurito e altri sfoghi cutanei: sono questi i nuovi sintomi del Covid associati ad Omicron e alle sue sotto-varianti osservati dagli esperti negli ultimi mesi, molto diversi da quelli emersi nelle prime fasi della pandemia. Non più febbre alta, raffreddore e perdita di gusto e olfatto, dunque, ma manifestazioni più lievi e meno gravi rispetto ai sintomi “classici”, anche per effetto dei vaccini. Si registrano sempre più spesso casi di pazienti con problemi alla pelle e dermatologici, che perdono i capelli o che riportano anomalie alle unghie. Disturbi che però, come osservato da Claudio Cricelli a Repubblica, presidente della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (Simg) “non sono esclusivi di Covid-19, ma presenti anche in altre infezioni”. A confermare la natura dei nuovi sintomi uno studio del Journal of The European Academy of Dermatology and Venereology.

    Rispetto ai danni acustici, la perdita dell’udito corrisponderebbe a un calo superiore ai 30 decibel relativo ad almeno 3 frequenze acustiche e per oltre 3 giorni, fenomeno che riguarderebbe una piccola ma “non trascurabile percentuale di pazienti”. Cricelli sottolinea che anche un effetto del genere si verifica in presenza di altre infezioni virali. “Si può sperimentare un forte calo o l’assenza dell’udito, generalmente monolaterale, in maniera transitoria. Si sta cercando di capire se sia un fenomeno occasionale oppure se la frequenza dei casi sia in aumento”, osserva l’esperto.

    Ma se prima per accorgersi dell’infezione ci si rifaceva alla temperatura corporea o al raffreddore, tra i nuovi indizi della presenza del Covid ci sarebbero proprio le anomalie alla pelle. Tra queste: prurito, rossore e gonfiore. “Nel caso dell’orticaria – ha spiegato sempre al quotidiano Eleonora Nucera, Direttore del Servizio di Allergologia presso la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs – un meccanismo possibile riguarda il fatto che il patogeno favorisce la produzione di alcune molecole infiammatorie, le citochine, che a loro volta stimolano le cellule cutanee. Queste rilasciano istamina e altre sostanze, alla base della reazione”. Questi sintomi, anche se possono persistere per qualche mese, sono facilmente risolvibili e “trattabili con un ciclo di terapia antistaminica”.

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