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    Le donne deboli non esistono: perché parlare di endometriosi è una battaglia di civiltà

    Credit: Ansa-Eve Edelheit/Tampa Bay Times via ZUMA Wire

    L'endometriosi non è una malattia semplice da individuare innanzitutto per gli stereotipi ancora legati alla concezione della donna: "più debole", che "si stanca facilmente", "che si lamenta per il ciclo". Il commento di Lara Tomasetta

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 1 Mar. 2021 alle 11:57 Aggiornato il 1 Mar. 2021 alle 13:01

    Nel mondo una donna su dieci soffre di endometriosi, in Italia le pazienti che soffrono di questa malattia – e lo hanno scoperto – sono circa 3 milioni. Un numero importante eppure non abbastanza da far parlare apertamente di questa malattia troppo spesso sconosciuta e sottovalutata. L’edometriosi è causata dalla crescita del tessuto endometriale al di fuori della cavità uterina. Una malattia dolorosa, che può colpire già dalla prima mestruazione ed è considerata una delle possibili cause dell’infertilità. Alla conoscenza di questo complesso disturbo femminile è dedicato marzo, “mese della consapevolezza dell’endometriosi”.

    Perché parlarne

    Perché è importante parlarne? Perché questa malattia non è semplice da individuare innanzitutto per gli stereotipi ancora legati alla concezione della donna: “più debole”, che “si stanca facilmente”, “che si lamenta per il ciclo”, che “non sa reggere il dolore”. E dunque lamentele e dolori vengono troppo spesso associati a una debolezza “tipica” del genere femminile. Bisogna prima di tutto partire da qui e abbattere questo muro che separa la verità da una sana individuazione della malattia. Non c’è la donna forte, così come non c’è la donna debole. C’è la malattia, ci sono i dolori, le perdite, la stanchezza, i mal di testa, la depressione e tutto quello che il nostro corpo cerca di dirci. Pasolini diceva: “Non lasciarti tentare dai campioni dell’infelicità”, una frase che spiega bene quanto sia importante non lasciarsi accattivare da chi minimizza. Anche medici, che troppo spesso prescrivono pillole come antidoto a tutti i mali. Bisogna verificare, appurare e insistere: prima si scova la malattia, prima la si combatte e si può arrivare a una coesistenza accettabile.

    L’endometriosi, cos’è

    L’endometriosi è una malattia cronica e poco conosciuta, originata dalla presenza anomala del tessuto che riveste la parete interna dell’utero, chiamato endometrio, in altri organi (ad esempio ovaie, tube, peritoneo, vagina e talvolta anche intestino e vescica). Lo spiega A.p.e. onlus, l’associazione che “combatte da anni – si legge sul sito – contro l’ignoranza che aleggia ancora intorno alla malattia nonostante l’altissimo numero delle donne in età fertile, che ne sono affette in Italia”.

    L’endometriosi è una malattia ormono-dipendente e tutti i mesi, sotto gli effetti del ciclo mestruale, il tessuto impiantato in sede anomala va incontro a un sanguinamento interno: ciò dà origine a cisti, infiammazioni croniche degli organi nei quali si impiantano questi focolai, cicatrici, aderenze e, in alcuni casi, infertilità.

    Tutto questo invalida il normale svolgimento delle attività quotidiane, i rapporti interpersonali e di coppia, con pesanti ripercussioni sulla vita della persona. Una diagnosi tempestiva è fondamentale affinché l’endometriosi non possa provocare danni importanti a carico di organi vitali (ad esempio il rene). Dolore ai rapporti sessuali, dolori lombari cronici e inspiegati, stitichezza alternata a diarrea, sciatalgia presente durante la fase mestruale, potrebbero essere tutti sintomi legati alla patologia endometriosica.

    I sintomi dell’endometriosi

    Secondo l’associazione progetto endometriosi, l’endometriosi è una malattia infiammatoria cronica il cui sintomo principale è il dolore pelvico (presente nel 60% dei casi circa), che tipicamente si manifesta durante la mestruazione (si parla in questo caso di dismenorrea), l’ovulazione e/o durante i rapporti sessuali (dispareunia), o come dolore pelvico cronico.

    L’entità della sintomatologia dolorosa può essere tale da diventare per molte donne invalidante, con ripercussioni negative sulla sfera lavorativa, familiare e sociale. In alcune donne, a causa di particolari localizzazioni della malattia (per esempio nelle forme di endometriosi che coinvolgono la vescica o l’intestino), si può provare dolore durante l’evacuazione o la minzione, o sintomi intestinali aspecifici, per esempio periodi di stitichezza alternati a diarrea, sensazione di gonfiore addominale o mancato svuotamento intestinale, che molto spesso vengono associati inizialmente ad una diagnosi di “colon irritabile” e solo dopo valutazioni approfondite vengono collegati ad una situazione di endometriosi.

    In casi fortunatamente rari l’endometriosi può colpire anche i polmoni o la pleura, determinando situazioni molto gravi come per esempio l’insorgere di uno pneumotorace. Inoltre, l’endometriosi può essere causa di infertilità (30-35%), di disfunzioni sessuali legate al dolore che si prova durante il rapporto sessuale (per esempio riduzione del desiderio), di sindrome da affaticamento cronico e, in generale, di riduzione della qualità della vita.

    Numerosi studi indicano anche come le donne che soffrono di dolore pelvico correlato all’endometriosi più frequentemente manifestano disturbi legati all’ansia o alla depressione. Talvolta invece l’endometriosi può risultare pressoché asintomatica, e venire diagnosticata durante un controllo ginecologico di routine.

    Leggi anche: Ho scoperto l’endometriosi per caso e questo è il mio corpo: ecco perché ne parlo

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