Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Cronaca
  • Home » Cronaca

    I papà italiani sono i più vecchi d’Europa: in media il primo figlio non prima dei 36 anni di età

    Credit: Marcin / Pixabay

    L'allarme arriva della Società italiana di andrologia (Sia). Vent'anni fa la media era di 25 anni

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 19 Mar. 2024 alle 12:51 Aggiornato il 19 Mar. 2024 alle 12:53

    I papà italiani sono i più vecchi d’Europa: lo certifica, in occasione della Festa del papà, la Società italiana di andrologia (Sia), secondo cui l’età media degli uomini del nostro Paese per il primo figlio è pari a quasi 36 anni di età.

    Oltre quella soglia, secondo i dati Istat, un uomo su tre in Italia è senza figli. Sempre più uomini, secondo la Sia, posticipano la paternità, principalmente per motivi di ordine culturale ma anche economico.

    Secondo l’Istituto nazionale di statistica, in media il primo figlio per gli uomini arriva a 35,8 anni in Italia, un dato che in Francia scende a 33,9 anni, in Inghilterra e Galles a 33,7 anni e in Germania a 33,2. 

    La scelta di spostare in avanti la paternità però “non è priva di conseguenze”, secondo gli esperti della Sia. Come ricordano gli andrologi, la motilità, la morfologia e i danni al Dna, tutte caratteristiche funzionali dello spermatozoo, peggiorano con l’aumentare dell’età.

    Non solo: un’età media più alta aumenta l’esposizione dei futuri padri a fattori ambientali negativi come l’inquinamento, i cambiamenti climatici e le microplastiche, che riducono la fertilità maschile.

    Per questo, la Società italiana di andrologia consiglia di anticipare la paternità oppure, in caso non sia possibile, di preservare la fertilità fin da giovani attraverso un sano stile di vita.

    “In Italia, l’età in cui si fa il primo figlio è aumentata di 10 anni, passando dai 25 anni della fine degli anni Novanta ai circa 36 attuali, che pongono il nostro Paese in cima alla classifica dell’età media del concepimento in Europa”, ha spiegato ad Adnkronos il professor Alessandro Palmieri, presidente della Sia e docente di Urologia all’Università Federico II di Napoli, secondo cui stiamo “assegnando alla riproduzione un ruolo tardivo, dimenticando che la fertilità, sia maschile che femminile, ha il suo picco massimo tra i 20 e i 30 anni e che la potenzialità fecondante del maschio è in netto declino”.

    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version