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    Papa Francesco: “In Ucraina fiumi di sangue e lacrime, la guerra è una pazzia. Apriamo i corridoi umanitari”

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 6 Mar. 2022 alle 12:42 Aggiornato il 6 Mar. 2022 alle 12:48

    “In Ucraina scorrono fiumi di sangue e di lacrime, non si tratta solo di una operazione militare ma di guerra che semina morte distruzione e miseria. Le vittime sono sempre più numerose, così come le persone in fuga”, sono le parole con cui Papa Francesco ha commentato la situazione in Ucraina, che si fa sempre più tesa e difficile per i civili, a cui spesso viene impedita la fuga dalle città assediate.

    Al decimo giorno di guerra, nel corso dell’Angelus pronunciato in piazza San Pietro, il Papa ha lanciato così il suo appello per i corridoi umanitari e a dare soccorso a chi è sotto le bombe . “Ringrazio tutti coloro che stanno accogliendo i profughi. Mi auguro che prevalga il buon senso e prevalga il diritto internazionale“. Bergoglio ha anche ringraziato i giornalisti e le giornaliste per il servizio di copertura del conflitto che stanno svolgendo. “Ci permette di valutare la crudeltà di una guerra e essere vicini al dramma di quella popolazione. Grazie fratelli e sorelle”, ha dichiarato.

    La Santa sede è disposta a tutto, a mettersi in servizio per questa pace”, ha detto ancora Papa Francesco al termine dell’Angelus di fronte d una piazza San Pietro piena di bandiere dell’Ucraina e della pace.  “In questi giorni sono andati in Ucraina due cardinali, per servire il popolo, per aiutare: il cardinale Krajewski, elemosiniere, per portare gli aiuti ai più bisognosi, e il cardinale Czerny, prefetto ‘ad interim’ del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale”, ha rivelato il Pontefice. “Questa presenza di due cardinali è la presenza non solo del Papa, ma di tutto il popolo cristiano che vuole avvicinarsi e dire: ‘la guerra e’ una pazzia, fermatevi per favore, guardate questa crudeltà”, ha aggiunto Bergoglio.

    Prima dell’Angelus, nella riflessione sul Vangelo odierno, il Papa ha ricordato la pagina che parla dell’episodio in cui Gesù è nel deserto e per quaranta giorni subisce le tentazioni del diavolo. “Il deserto simboleggia la lotta contro le seduzioni del male, per imparare a scegliere la vera libertà”. Ha spiegato che “la felicità e la libertà vera non stanno nel possedere, ma nel condividere; non nell’approfittare degli altri, ma nell’amarli; non nell’ossessione del potere, ma nella gioia del servizio”.

     

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