Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Cronaca
  • Home » Cronaca

    Angelus 1 novembre 2022, Papa Francesco: “La pace va costruita. Non è mai violenta o armata”

    Di Anton Filippo Ferrari
    Pubblicato il 1 Nov. 2022 alle 12:11 Aggiornato il 1 Nov. 2022 alle 12:27

    Angelus 1 novembre 2022, Papa Francesco: “La pace va costruita”

    “Preghiamo per la martoriata Ucraina affinchè ci sia la pace”. Lo ha detto Papa Francesco, al termine dell’Angelus in piazza San Pietro di oggi (1 novembre 2022), parlando a braccio. “Oggi, festeggiando tutti i Santi, potremmo avere un’impressione fuorviante: potremmo pensare di celebrare quelle sorelle e quei fratelli che in vita sono stati perfetti, sempre lineari, precisi, ‘inamidati'”, ha detto papa Francesco all’Angelus. Invece, “il Vangelo di oggi smentisce questa visione stereotipata, questa ‘santità da immaginetta’”.

    Infatti, ha proseguito il Pontefice, “le Beatitudini di Gesù (cfr Mt 5,1-12), che sono la carta d’identità dei santi, mostrano tutto l’opposto: parlano di una vita controcorrente, di una vita rivoluzionaria! I santi sono i veri rivoluzionari. Prendiamo ad esempio una beatitudine, molto attuale: ‘Beati gli operatori di pace’ (v. 9), e vediamo come la pace di Gesù sia molto diversa da quella che immaginiamo”, ha osservato.

    Secondo Papa Francesco, “tutti desideriamo la pace, ma spesso quello che vogliamo è stare in pace, essere lasciati in pace, non avere problemi ma tranquillità. Gesù, invece, non chiama beati quelli che stanno in pace – ha spiegato -, ma quelli che fanno la pace, i costruttori, gli operatori di pace. Infatti, la pace va costruita e come ogni costruzione richiede impegno, collaborazione, pazienza. La pace non è mai armata, non è mai violenta”.

    “Come si fa allora a diventare operatori di pace?”, ha chiesto Papa Francesco all’Angelus. “Prima di tutto occorre disarmare il cuore – ha osservato -. Sì, perché siamo tutti equipaggiati con pensieri aggressivi e parole taglienti, e pensiamo di difenderci con i fili spinati della lamentela e con i muri di cemento dell’indifferenza. E questo non è pace, questa è guerra! Il seme della pace chiede di smilitarizzare il campo del cuore”.

    Secondo il Pontefice, “essere operatori di pace, essere santi, non è capacità nostra, è dono di Gesù, è grazia”. “Guardiamoci dentro e chiediamoci – ha quindi esortato -: siamo costruttori di pace? Lì dove viviamo, studiamo e lavoriamo, portiamo tensione, parole che feriscono, chiacchiere che avvelenano, polemiche? Oppure apriamo la via della pace: perdoniamo chi ci ha offeso, ci prendiamo cura di chi si trova ai margini, risaniamo qualche ingiustizia aiutando chi ha dimeno? Questo si chiama costruire la pace”.

    E alla domanda “conviene vivere così? Non è perdente?”, Francesco ha risposto che gli operatori di pace “nel mondo sembrano fuori posto, perché non cedono alla logica del potere e del prevalere, in Cielo saranno i più vicini a Dio, i più simili a Lui”. “Ma, in realtà – ha aggiunto -, anche qui chi prevarica resta a mani vuote, mentre chi ama tutti e non ferisce nessuno vince”.

    “La Vergine Maria, Regina di tutti i santi, ci aiuti a essere costruttori di pace nella vita di ogni giorno”, ha concluso il Papa introducendo la preghiera mariana.

    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version