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    Ultima Generazione, attivisti indagati per associazione a delinquere. I Verdi protestano: “Abnorme”

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 15 Apr. 2023 alle 17:33 Aggiornato il 15 Apr. 2023 alle 18:03

    Ultima Generazione, attivisti indagati per associazione a delinquere. I Verdi protestano: “Abnorme”

    Associazione a delinquere. È questa l’ipotesi di reato della procura di Padova nell’indagine sugli attivisti del movimento ecologista ”Ultima Generazione”.

    È la prima volta che viene ipotizzato un reato associativo nei confronti del gruppo che si è fatto notare negli ultimi anni per azioni eclatanti come blocchi stradali, incatenamenti, imbrattamenti di edifici e monumenti storici come la fontana della Barcaccia a Roma e Palazzo Vecchio a Firenze.

    “Suonano come abnormi le accuse di associazione a delinquere contro esponenti di ‘Ultima generazione’ a Padova”, protesta l’Alleanza Verdi e Sinistra. “Secondo noi questo fenomeno di contestazione va compreso e ascoltato e non perseguito come se si trattasse di una banda di delinquenti abituali. Vedremo come si evolve la cosa, intanto siamo solidali con gli esponenti di Ultima generazione indagati”, ha detto in una nota Luana Zanella, capogruppo dell’Alleanza alla Camera.

    Sono 12 i militanti, dai 21 ai 57 anni di età, raggiunti dagli avvisi di garanzia. L’intenzione del pm Benedetto Roberti è quella di chiedere il rinvio a giudizio per tutti gli indagati.

    In totale è durata oltre due anni l’indagine della divisione investigazioni generali e operazioni speciali (digos) della questura di Padova sui volantinaggi e sulle provocazioni a tematica ambientalista avvenute nella città euganea. Secondo gli inquirenti, l’indagine avrebbe permesso di impedire a settembre 2022 l’imbrattamento con vernice spray della sede regionale della Lega, in piena campagna elettorale.

    A dare il via alle indagini della digos la comparsa nel 2020 di numerosi manifesti affissi sulle vetrine del centro in cui si criticavano gli investimenti sui “grandi affari distruttivi”. Gli accertamenti hanno portato all’identificazione di un giovane, ritenuto “uno dei promotori ed organizzatori” a livello cittadino del movimento. il ragazzo, la cui abitazione è stata anche perquisita, teneva riunioni periodiche in un parco pubblico di Padova, monitorate dalle forze dell’ordine.

    Il gruppo si è fatto notare negli ultimi mesi per alcuni blocchi alla circolazione stradale, fino al blitz più eclatante, il 21 agosto scorso, con l’incatenamento di quattro militanti all’interno della Cappella degli Scrovegni, dove gli attivisti hanno letto ad alta voce messaggi di protesta contro lo spreco di acqua ed energia prima di essere trascinati via dagli agenti. L’ultima azione è avvenuta in una via nei pressi dei dipartimenti di Matematica ed Economica dell’Università, bloccata per 15 minuti da tre attivisti aderenti alla campagna “Non paghiamo il fossile”.

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