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    Padova, la mamma dei ragazzi uccisi dal padre: “Voleva punirmi, lo avevo denunciato ma nessuno mi credeva”

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 22 Dic. 2020 alle 15:01 Aggiornato il 22 Dic. 2020 alle 15:03

    “Era un violento con me, ma gli atteggiamenti che io ritenevo aggressivi non bastavano alle forze dell’ordine. Il vero obiettivo ero io”. Parla così a Repubblica la madre dei due bambini uccisi a Trebaseleghe, in provincia di Padova, dal padre, il 49enne Alessandro Pontin, che poi si è tolto la vita.

    L’omicidio-suicidio è stato scoperto dai parenti nel primo pomeriggio di domenica 20 dicembre. Sul posto sono intervenuti i carabinieri. L’uomo, originario di Scorzè (Venezia), si chiama Alessandro Pontin. Secondo una prima ricostruzione, ha ucciso i due figli accoltellandoli e poi si è tolto la vita pugnalandosi. Pare che i ragazzini abbiamo capito cosa stava succedendo, forse hanno visto il papà già con il coltello in mano e ne avrebbero intuito le intenzioni, e così avrebbero cercato di fuggire. Ma Pontin li ha raggiunti e li ha uccisi.

    “Il vero obiettivo ero io, altrimenti non avrebbe ucciso i nostri figli. Lo ha fatto per colpire me e punirmi, perché mi ero rifatta una vita”, prosegue la mamma dei bambini, la 47enne infermiera Roberta Calzarotto.

    A La Repubblica, la donna spiega: “Lui era un violento e per questo ci eravamo separati. L’ho denunciato ma nessuno mi ha creduto, mi sono ribellata ed ecco com’è finita. Sapeva che uccidendo Francesca e Pietro io non avrei mai trovato pace”. Roberta, poi, aggiunge: “Alessandro non è mai stato un violento con i figli, ma non gli è mai importato niente di loro e i ragazzi non erano contenti di andare da lui”.

    La donna poi spiega di aver denunciato in passato l’ex marito, ma quelle richieste d’aiuto erano cadute nel vuoto: “Era un violento con me, ma gli atteggiamenti che io ritenevo aggressivi non bastavano alle forze dell’ordine. Evidentemente, noi donne dobbiamo avere il volto insanguinato per essere credute. Dopo la separazione non mi aveva dato quasi nulla: solo cento euro di tanto in tanto, lui viveva di espedienti e non rispettava gli obblighi della sentenza di divorzio. Nessuno lo ha fermato e mi ha portato via i miei figli per sempre”.

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