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    Il lato oscuro e seducente del web: chi e cosa si nasconde dietro al fenomeno OnlyFans

    Credit: Tom Robertson

    Conta 30 milioni di utenti e 450mila creator, che dal 2020 hanno guadagnato oltre 700 milioni di dollari. Ecco tutto quello che c’è da sapere sulla piattaforma più chiacchierata di Internet

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 24 Dic. 2022 alle 07:00

    Tra i regali che la pandemia di Covid ci ha lasciato vi è indubbiamente l’esplosione dell’utilizzo dei siti di intrattenimento. Tra questi, escludendo l’intrattenimento inteso in senso stretto come quello fornito da Amazon Prime e Netflix, vi è il successo di OnlyFans. 

    La piattaforma offre un servizio pensato per «creatori di contenuti» che pubblicando foto e altro online possono guadagnare denaro dagli utenti che si iscrivono proprio per visionare questi contenuti: la sua popolarità è dovuta al fatto che molti di questi contenuti sono dedicati all’intrattenimento per adulti, anche se in realtà sulla piattaforma sono ospitati anche contenuti di altri generi, a partire dal fitness. Gli iscritti possono caricare foto, video e trasmettere dirette in streaming e metterli a pagamento per i loro follower. A differenza di altre piattaforme e social network, OnlyFans ha regole meno restrittive riguardo i contenuti più spinti, ma per registrarsi e quindi poter guadagnare con OnlyFans, bisogna avere almeno 18 anni.

    Per gioco e per capire davvero il funzionamento, chi scrive ha deciso di aprire un account sulla piattaforma più chiacchierata d’Italia. Il tutto ha rubato circa 20 minuti di tempo. La prima cosa che si nota è che viene verificato in modo abbastanza severo la vera identità di chi si registra attraverso una procedura stringente. La piattaforma è semplice da usare e ricorda in parte Twitter, a cui spesso viene connessa, o Instagram rendendo molto semplice capire come funziona. Per vedere foto, video, disegni e materiale vario caricato all’interno di un profilo OnlyFans un utente deve abbonarsi al profilo interessato sottoscrivendo un abbonamento che può essere proposto in formula mensile o annuale (che solitamente prevedere un piccolo sconto).

    Il prezzo per l’accesso a un profilo OnlyFans è scelto dal content creator stesso che va a stabilire la quota da pagare per rendere visibili i propri contenuti.

    Per iscriversi basta accedere al sito ufficiale secondo due opzioni: inserendo informazioni come e-mail, nome e password o associando un account Twitter personale a cui concedere le autorizzazioni necessarie. Dopo aver confermato di avere più di 18 anni se si vuole guadagnare con la piattaforma bisogna indicare un metodo di pagamento valido. 

     

    Origini insospettabili
    OnlyFans è stato fondato nel 2016 da un imprenditore britannico di nome Timothy Stokely, ora 37enne, assieme al padre, Guy Stokely (un banchiere in pensione) e al fratello Thomas. Nel 2018, ad acquisire il 75 per cento della società arriva Leonid Radvinsky, oggi 39enne, barone del porno online residente in Florida. Quando è stato acquisito, OnlyFans, che ha sede a Londra, era un sito di video e un social network ancora in fase embrionale, che permetteva ai professionisti dell’intrattenimento per adulti di guadagnare soldi senza lasciare le comodità della loro casa.

    Durante la pandemia, tutte le produzioni cinematografiche – per adulti e non – sono state sospese e milioni di persone sole si sono trovate bloccate in casa. Gli affari di OnlyFans, così, sono esplosi. Nel periodo di 12 mesi che si è concluso nel novembre 2020, la società ha registrato entrate per 400 milioni di dollari, con una crescita del 540 per cento rispetto all’anno precedente. L’80 per cento è arrivato dagli utenti americani. Il numero di creatori di contenuti è quasi quintuplicato ed è arrivato a 1,6 milioni. Tra questi anche star mainstream, come Cardi B, Dj Khaled, Fat Joe e Rebecca Minkoff. Il numero totale di fan paganti è salito fino a 82 milioni, con un incremento del 500 per cento. I profitti prima delle tasse sono aumentati da 6,6 a 60 milioni di dollari. Forbes calcola che la quota di Radvinsky in Fenix International – la parent company di OnlyFans – lo abbia reso un nuovo miliardario: è stimata in circa 1,8 miliardi di dollari. Al di là di questi strabilianti dati finanziari, pubblicati nel Regno Unito, non si sa molto su Radvinsky. Forbes ha provato più volte a contattarlo senza successo.

    Anche OnlyFans ha avuto i suoi problemi per la questione dei performer minorenni. Alla fine di maggio, un’inchiesta della Bbc ha rivelato che una 14enne era stata in grado di creare un account su OnlyFans come performer utilizzando il passaporto della nonna. Un alto ufficiale di polizia disse alla Bbc che OnlyFans «non fa abbastanza per mettere in atto misure che impediscano ai minori di cogliere l’opportunità di guadagnare soldi e che prevengano anche lo sfruttamento minorile». In risposta, OnlyFans ha rilasciato una dichiarazione in cui ha affermato di utilizzare “tecnologie all’avanguardia” e “monitoraggio tramite addetti” per cercare di evitare che i minori di 18 anni condividano contenuti sulla piattaforma. La società ha detto di prendere la questione “molto seriamente”.

    Profitti da capogiro
    Arriviamo però alla domanda che tutti si pongono: con OnlyFans si guadagna oppure no? È una forma di lavoro alternativo o è solo sfruttamento? Di sicuro la piattaforma in quanto tale non è molto diversa dai tanti social che abbiamo utilizzato in questi anni. La diversità è data dal tipo di contenuti che offre. Ma che, almeno stando alle premesse, prima o poi diventeranno noiosi e scontati come per altre forme di intrattenimento. Per la maggior parte delle persone, e quindi per un individuo medio che non può contare su chissà quanti fan, OnlyFans resterà una piattaforma per arrotondare. I casi di grande successo e di migliaia di euro di incasso sono pochi e riguardano persone con un seguito di fan già consolidato in grado di rendere più virali e desiderabili i contenuti.

    Ma entriamo nel dettaglio. A quanto ammontano i guadagni? Dipende. Partiamo dalle condizioni di OnlyFans, che dichiarano di trattenere solo il 20 per cento degli abbonamenti di ciascuno iscritto. In realtà, proprio la piattaforma permette anche di mettere a pagamento solo alcuni post e non necessariamente l’intero profilo, o perfino messaggi esclusivi per i fan interessati.

    Il fine ultimo del sito infatti non è creare solo fan, ma anche una categoria specifica di questi chiamata superfan. L’idea dietro è tanto semplice quando geniale, e può essere facilmente paragonata a YouTube: sul tubo infatti, non necessariamente le visualizzazioni saranno pari al numero di iscritti di un profilo, quindi, di fatto, i followers attivi sono un numero decisamente minore rispetto a quelli effettivi. A partire da maggio 2020, il sito conta 30 milioni di utenti registrati e ha dichiarato di aver pagato ben 700 milioni di dollari ai suoi 450mila creatori di contenuti.

    Esiste un vero e proprio decalogo per il perfetto iscritto su OnlyFans, che offre una serie di suggerimenti per arrivare a un guadagno soddisfacente. Del tipo: imposta il giusto prezzo di abbonamento: si consiglia un budget di abbonamento mensile tra i 9,99 e 15,99 dollari per incentivare i fan all’acquisto con una spesa né troppo esosa né infruttuosa per il profil; promuovi il tuo link OnlyFans online: forse uno dei consigli più banali, ma che in effetti può favorire la crescita del profilo sul social, adoperandone altri in sinergia; oppure, parla con i tuoi fan: è proprio OnlyFans ad incentivare il dialogo tra fan e autori, per poter facilmente raggiungere il punto 7 anche grazie ai messaggi in Ppv; conosci il tuo pubblico: in base al pubblico infatti, sarà più semplice decidere cosa pubblicare in base ai “gusti” che vanno per la maggiore; collabora con altri creatori: proprio come per qualunque altro social network, le collaborazioni sono parte integrante della popolarità. E così via. 

    Ma dalla teoria alla pratica, si sa, cambia molto. Per questo motivo abbiamo parlato con chi sulla piattaforma ci lavora già da un po’. Il suo nome è Lorenzo Melissari (https://onlyfans.com/ibiza.erotica). «La maggior parte dei soldi non si fanno con le sottoscrizioni agli abbonamenti, ma con i messaggi privati a pagamento». Lorenzo lavora come fotografo ed è presente su OnlyFans dal 2020 pubblicando foto di modelle – previo accordo – e altri contenuti erotici e sensuali. «Ci vogliono molte autorizzazioni sia da parte mia che da parte delle modelle. Occorre la foto del documento, mio e suo, e la foto della modella col documento». Come racconta Lorenzo, i guadagni variano. «Dai 350 ai 300 euro al mese, per una modella dipende molto dal tempo che ci spende sulla piattaforma e come si creano contenuti quanto più possibile originali». Insomma le cifre sono variabili: si può “arrotondare” grazie a OnlyFans (quando va bene) o addirittura si possono raggiungere cifre molto alte, ma l’investimento diventa un lavoro a tempo pieno.

    Intrattenimento alternativo
    Che cosa restituisce alle persone OnlyFans in termini di esperienza? Possiamo considerarlo una forma di lavoro? La piattaforma ha permesso di pensare al proprio corpo come un qualcosa da poter sfruttare senza dover essere per forza modelle, ha attivato un grosso movimento di interazione che è cresciuto durante la pandemia. Inoltre, come ci conferma anche Lorenzo, ha sdoganato un certo tipo di intrattenimento erotico non più basato solo su visualizzazioni di immagini stereotipate e irraggiungibili, ma ha reso accessibile una forma alternativa di piacere dove non ci sono intermediari, a differenza della pornografia. 

    Come ogni social però, anche questo è destinato ad avere un suo ciclo di vita: «Lo trovo già noioso – confessa Lorenzo – e credo che comunque abbia dei limiti dati dal fatto che ci sono molti contenuti simili. Inoltre, anche se i fruitori sono per lo più uomini – etero o gay – si gioca anche su una validazione personale data appunto dal fatto che c’è chi paga per avere certe cose». E questo significa comunque avere a che fare con i rischi di cercare poi un’affermazione personale in un mondo che non sempre la concede. Con tutti i rischi del caso. «Ma questo vale per tutto il web», ci fa notare Lorenzo.

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